E’ di poche ore fa la notizia che il Cda dell’Ente Fiera ha deciso, anche dietro pressione di una gran porzione del mondo del vino, di saltare l’edizione 2020 del Vinitaly e di posticiparla direttamente all’anno prossimo, ad Aprile 2021. I produttori abruzzesi condividono la decisione.
AbruzzoLive lo aveva anticipato in un articolo la scorsa settimana: i produttori di vino abruzzesi non vedono favorevolmente lo spostamento del Vinitaly al 14-17 Giugno. La fiera avrebbe originariamente dovuto svolgersi dal 19 al 22 Aprile. Anche un sondaggio condotto da Winesurf tra gli addetti ai lavori, aveva confermato la poca voglia di Vinitaly ai tempi del coronavirus.
La decisione era dunque attesa nei prossimi giorni ed è stata anticipata, con un Cda straordinario svoltosi oggi, tenendo in considerazione l’evoluzione dell’emergenza coronavirus. Assieme a Vinitaly si fermeranno anche la fiera Sol&Agrifood ed Enolitech.
Il Presidente di Veronafiere Maurizio Danese afferma nel comunicato stampa con cui è stato annunciato il rinvio: “Il perdurare dell’emergenza Coronavirus a livello nazionale, con il susseguirsi dei decreti urgenti della
presidenza del Consiglio dei ministri, e la più recente propagazione dello stesso a livello europeo e non solo,
hanno reso improcrastinabili alcune decisioni. La situazione complessa ha avuto un impatto dirompente anche sull’industria fieristica europea. Ad oggi, sono oltre 200 le manifestazioni sottoposte a revisione di calendario, con una perdita complessiva che sfiora i 6 miliardi di euro e 51.400 posti di lavoro a rischio, senza considerare l’indotto e la perdita di 39 miliardi di euro di export generati dalle rassegne internazionali per le Pmi europee”.
Unione Italiana Vini, Federvini, Federdoc, Assoenologi, Alleanza Cooperativa settore Vini e Fivi hanno avallato la decisione.
E’ la prima volta dal suo avvio che Vinitaly si ferma, posticipando la sua 54ª edizione. Le nuove date delle manifestazioni sono riprogrammate per il 18-21 aprile 2021, mentre Veronafiere concentrerà la seconda parte dell’anno 2020 al sostegno del business delle aziende italiane sui mercati.
Il direttore generale Giovanni Mantovani ha ricordato come: “Il post emergenza per noi si chiama rinascita”.
L’intero calendario degli eventi di Veronafiere, circa 70, è stato oggetto di riprogrammazione, con nuove date già definite dall’Ente Fiera.
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Il contenuto che segue riporta l’articolo pubblicato stamattina su AbruzzoLive, che riepiloga la posizione dei produttori al riguardo della precedente decisione di rinviare il Vinitaly a Giugno e l’auspicio di chi scrive in direzione di un rinvio definitivo, come poi è stato.
I presidenti del Movimento Turismo del Vino Nicola D’Auria e del Consorzio di Tutela Vini d’Abruzzo Valentino Di Campli avevano entrambi manifestato ad AbruzzoLive, a nome dei propri associati, forti perplessità nel riproporre il Vinitaly a Giugno. La motivazione era già più che evidente: le cantine considerano un investimento poco produttivo andare in fiera con una situazione di mobilità internazionale compromessa. A pochi giorni di distanza, il concetto si è più che rafforzato, viste le ulteriori restrizioni imposte dai recenti decreti e con il loro impatto sulla filiera produttiva ancora tutto da valutare.
Ma veniamo al sondaggio. La rivista on line di enogastronomia Winesurf ha sottoposto un questionario ad un panel composto di produttori, giornalisti, sommelier, agenti e ristoratori chiedendo se fosse favorevole spostare la fiera italiana più importante del settore, Vinitaly, a Giugno. La decisione era stata comunicata da Veronafiere con un comunicato stampa del 3 Marzo scorso: “la data del Vinitaly è riposizionata dal 14 al 17 giugno 2020 a seguito di decisione concertata con le principali associazioni di settore, il Presidente della regione Veneto e il sindaco di Verona”.
I risultati del sondaggio hanno confermato quanto già dichiarato alla nostra testata da D’Auria e Di Campli: tra le 399 risposte pervenute al sondaggio, l’86,5% dei partecipanti ha affermato di non essere d’accordo con lo svolgimento della fiera a Giugno. La motivazione prevalente, soprattutto tra i produttori, è l’assenza degli operatori esteri, oltre alle difficoltà logistiche e ai rischi effettivi per la salute legati alla riorganizzazione di personale e spostamenti.
Molti produttori, inoltre, non vedono di buon occhio l’esborso economico che comporta la fiera senza una controparte commerciale a compenso (molti importatori hanno già confermato alle aziende che non sarebbero presenti a Verona nel mese di Giugno). Inoltre, le aziende stanno pensando di dirottare parte degli investimenti per riallacciare contatti con la propria clientela estera, non appena la situazione lo renderà possibile.
Ora resta solo da attendere la risposta dell’Ente Fiera, auspicando che sia in grado di valutare in modo equilibrato il beneficio di organizzare una manifestazione come il Vinitaly fuori stagione, seppur rimanesse l’unica fiera internazionale di settore in Europa per il 2020, con rischi sanitari all’orizzonte e senza la leva commerciale per i partecipanti.