L’Aquila. L’ex sindaco dell’Aquila, Massimo Cialente, torna in campo e lancia un appello al governatore d’Abruzzo, Marco Marsilio, ai membri della Giunta regionale, ai consiglieri regionali e ai sindaci del territorio. Cialente, infatti, ha chiesto di porre l’attenzione sul numero dei nuovi casi di contagio da Covid-19, “dato preoccupante”, sottolinea, “che continua a salire troppo”. Un andamento della curva che non rassicura l’ex sindaco dell’Aquila, che chiede alla Regione Abruzzo di attrezzarsi con nuovi laboratori, certo di saper dare un buon esempio per fronteggiare l’emergenza del Coronavirus.
“Le notizie che ogni sera, alle 18, ci arrivano dalla conferenza stampa della protezione civile, precedute da quelle di Gallera relative alla Lombardia, sono terribili. Soprattutto al Nord”, ha precisato Cialente, “le morti sono tante, troppe, una scia di dolore che come accade in questi casi inizialmente stordisce, ma come è avvenuto per noi, nel tempo resta, per tanti, una ferita inguaribile. È vero che è ancora presto per valutare gli effetti dei decreti di contenimento, l’ultimo di dieci giorni fa, ma francamente l’andamento della curva non rassicura. Credo che a fronte di pesanti sacrifici di alcuni, costretti in casa da oltre 10 giorni ed a chiudere le proprie attività, sia stato sbagliato non chiudere fabbriche non strategiche per la sopravvivenza della comunità e tanti uffici pubblici”.
“L’immagine della Metro di Milano è allucinante”, ha detto l’ex primo cittadino dell’Aquila, “le epidemie virali camminano sulle gambe degli uomini e vivono nel passaggio da infetto a sano. Lo sappiamo da secoli. Abbiamo sinora due modelli: quello cinese, risultato vincente, in cui la vita si è fermata per settimane in una comunità di 60 milioni di persone, e quello della Corea del Sud, migliaia e migliaia di tamponi. Attenzione, notizie di questa notte ci dicono che in Corea vi sono stati 102 nuovi casi di contagio. Forse i soli tamponi non bastano”.
Cialente dunque propone all’assetto regionale dei suggerimenti volti a rallentare la diffusione del virus.
“Credo che dovremmo chiudere tutte le fabbriche non strategiche in questa fase, gli uffici pubblici, tutte le attività non essenziali”, ha incalzato Cialente, “ridurre al minimo il trasporto pubblico, a disposizione solo per passeggeri con assoluta giustificazione del viaggio per motivi di salute o lavoro, maggiori controlli ed inasprimento delle sanzioni per chi non rispetta le regole, sottoporre a tamponi, o ai nuovi test che saranno a disposizione nei prossimi giorni, tutti coloro che devono uscire e lavorare, anzitutto gli operatori sanitari”.
“Ho sentito dire che un presidente di Regione, nella call conference con il Ministero, lo avrebbe sconsigliato perché vorrebbe dire mettere in quarantena troppi medici ed infermieri portatori asintomatici”, ha affermato, “errore blu. Costoro sono quelli a contatto con malati, cioè soggetti più vulnerabili. Chiaramente un medico in contatto con malati di Covid, se portatore sano, può continuare a lavorare, ma finito il turno dove va? In casa? È chiaro che dobbiamo sapere se possono trasmettere il virus. Poi, per ogni medico o infermiere o altro personale si dovrà capire come poterlo o meno ancora impiegare e soprattutto dove isolarlo al di fuori dell’orario di lavoro (requisire alberghi??). Nel frattempo, gli ordini dei medici devono cominciare a capire per ciascun iscritto quali competenze ha, dove può essere impiegato e preparato. Come se stesse in panchina pronto ad entrare in campo. Chiaramente la figura del rianimatore non è sostituibile, troppa specificità. Ma altre branche possono essere coperte”.
“La Federazione avvii subito corsi di aggiornamento specifico per i medici”, ha suggerito Cialente, “soprattutto i più giovani, che probabilmente dovranno scendere in campo. Tutti gli addetti ai servizi essenziali in contatto con il pubblico, in particolare personale dei supermercati, farmacie, poste, banche. Chi, in ciascuna famiglia è incaricato di fare la spesa, che potrà essere fatta solo ogni tre giorni. Per ottenere questo, con investimenti contenuti di 2oo o 300 mila euro e lavoro h24, si devono attrezzare anche altri laboratori per eseguire i tamponi e test. Perchè in questo momento i test non si stanno facendo più neanche ai sintomatici”.
“La Regione Abruzzo può fare tutto ciò”, ha concluso Cialente, “diamo l’esempio”.

