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Ascom Abruzzo all’attacco su dehors Lanciano: rivedere l’accordo capestro con la soprintendenza regionale

Andrea Rosati di Andrea Rosati
11 Gennaio 2020
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Lanciano. “Rivedere l’accordo capestro firmato, per quanto riguarda i dehors, il 6 agosto scorso con la Soprintendenza d’Abruzzo. E sulla questione attivare un tavolo in cui coinvolgere enti, istituzioni e associazioni.”

È quanto chiede al comune di Lanciano, e in particolare al sindaco Mario Pupillo, Rocco Finardi, imprenditore e presidente di Lanciano dell’associazione Ascom Abruzzo. “È necessario” dice Finardi “che quel protocollo d’intesa, che pone restrizioni assurde, che penalizzano i commercianti della città, venga rivisto. Anche perché, così restando, per la prossima estate, come sta già avvenendo, si rischia la “migrazione” delle attività verso il litorale”.

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Finardi ricorda che prima della firma dell’intesa tra amministrazione e Soprintendenza, per regolamentare l’installazione dei dehors nel centro di Lanciano, c’era stata, e questo nel mese di luglio, una riunione tra sindaco e rappresentanti dei commercianti, durante la quale “il primo cittadino” spiega “aveva promesso che ci avrebbe riconvocati e che, insieme a Regione, Provincia, comuni limitrofi e associazioni di categoria si sarebbe decisa la linea da portare all’attenzione della Sovrintendenza per risolvere il problema dei dehors. A sei mesi da quella dichiarazione” prosegue “non è stata intrapresa alcuna iniziativa, condannando ancora una volta gli esercenti ad una morte lenta e sicura”.

“È inaccettabile” afferma Finardi “vedere realtà come Milano, Lecce ecc… con dehors collocati ovunque per poter accogliere clienti e turisti. Invece qui, a Lanciano, nemmeno se ne parla… Ci sono stati promessi tavoli di discussione, invece niente… Ci ritroveremo all’inizio della stagione estiva a non sapere ancora come organizzarsi”. Il documento siglato con la Soprintendenza, della validità di cinque anni, pone, secondo Ascom, vincoli che penalizzano il commercio. Come quello che sancisce il periodo di permanenza delle strutture che non può “superare i sei mesi all’anno”. Obbligando, così, ogni anno, gli esercenti a sborsare somme ingenti, migliaia di euro, per la loro installazione e rimozione. Oppure il fatto che su corso Trento e Trieste non possono essere posizionati dehors e, sulla nuova pavimentazione, neppure ombrelloni, tavolini e sedie.

“Bisogna decidere” fa presente Finardi “se Lanciano è città del commercio o no. Se quindi occorre agevolare, o quantomeno non ostacolare chi vi opera e vi investe. E soprattutto è necessario capire quali siano le esigenze impellenti per una rinascita commerciale e cosa serve per far tornare Lanciano appetibile a nuovi investitori. C’è una viabilità incomprensibile, con un Piano traffico incomprensibile, che spaventa persino i residenti, figuriamoci chi sarebbe intenzionato a venire a fare acquisti”.

“Mi auguro” dichiara Finardi “che non voglia propinarci lo stesso scempio dell’anno passato, quando abbiamo dovuto aspettare le Feste di settembre per rivedere un po’ di gente in giro, mentre, contemporaneamente, si multavano i pochi commercianti rimasti perché avevano all’esterno qualche tavolo o una sedia in più. L’amministrazione chiede aiuti ai commercianti, quando deve fare iniziative o ad esempio addobbare la città per Natale, ma questi non vengono tenuti in considerazione quando chiedono aiuto. I commercianti, con grande dignità, hanno dimostrato, anche durante le ultime feste, che l’unione fa la forza e questo dovrebbe essere da sprone nei confronti chi ci amministra.

Il sindaco e l’assessore al Commercio devono assumersi le responsabilità di una politica finora fallimentare su tutti i fronti. I pochissimi commercianti rimasti sul territorio, si ritrovano oltre che a combattere con la macchina fiscale, anche con una amministrazione sorda e totalmente assente”.

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