
Nessuno, infatti, tra gli enti e le aziende a vario titolo coinvolte, aveva pensato di avvisare il servizio VIA. che è competente per tutte le verifiche attinenti i progetti realizzati passati per la procedura di Valutazione di Impatto Ambientale. D’altro lato c’era voluto un esposto della Stazione Ornitologica Abruzzese alla Procura di Vasto a novembre 2017 per evidenziare quelle che apparivano importanti criticità nella gestione della terza vasca, poi sequestrata a marzo 2019.
Dopo la segnalazione del cittadino il dirigente della Regione Longhi il 19 dicembre scorso ha scritto al CIVETA, soggetto che richiese e ottenne il parere di compatibilità ambientale nel 2013, per avviare il procedimento sanzionatorio previsto dal Testo Unico Ambientale chiedendo tutta la documentazione. Ricordiamo che tale procedimento potrebbe comportare, tra l’altro, sanzioni tra 20.000 e 80.000 euro oltre all’esecuzione di eventuali lavori.
Il 27 dicembre il CIVETA ha risposto con una nota a nostro avviso piuttosto irrituale, anche per i toni, sostenendo che la Regione deve rivolgersi alla Cupello Ambiente (da notare il fatto che il CIVETA evita di inserire questa società nell’indirizzario della lettera). Questo perché nel 2015 l’Autorizzazione Integrata Ambientale è stata volturata alla Cupello Ambiente.
Ci pare un’iniziativa dai risvolti kafkiani visto che il consorzio, pur essendo il soggetto che ha messo a gara la realizzazione e gestione della terza discarica che gli era stata autorizzata dal VIA., ora pretende di tirarsi completamente fuori dal procedimento avviato dall’ufficio regionale facendo emergere quella che appare come una vicenda schizofrenica. Dobbiamo infatti constatare che per anni il Consorzio non si è accorto che chi aveva vinto la gara aveva realizzato le opere in difformità, tranne poi verificarle solo dopo le indagini della Procura comunicando i problemi rilevati al servizio Rifiuti della regione (e non al VIA.) in un incontro dello scorso ottobre 2019.
Il contenzioso che sta emergendo sarà probabilmente oggetto di lunga diatriba tra avvocati. Certo è che paghiamo anni di clamorose disattenzioni da parte dei soggetti a vario titolo competenti che procedono in ordine sparso, spesso senza esercitare controlli e verifiche per anni e a volte senza neanche parlarsi tra di loro davanti a problematiche urgenti e rilevanti. Solo dei volontari prima e la procura di Vasto con i NOE poi hanno scoperchiato un vero e proprio vaso di Pandora dove, a parte la sussistenza o meno di reati, emergono chiaramente gravi problemi ambientali e il sostanziale fallimento dell’intera filiera di gestione e controllo in un ciclo così delicato come quello dei rifiuti”.