Atri. “Lo hanno ribattezzato Nerone, per via del colore del suo pelo, anche se è di origine italiana. Non è un immigrato ma un cicerone della città e non manca a un appuntamento, in teatro come all’auditorium di Sant’Agostino. E’ uno dei pochi assidui frequentatori delle adunate del consiglio comunale, la cui noia è nota a tutti, salvo casi eccezionali, e non manca, in occasione di una visita importante di un ospite in città, di unirsi alle autorità locali per fungere da accompagnatore dietro il folto corteo di bandiere, stendardi e divise.
E’ sempre unito al gruppo dei famigliari e amici anche nell’ultimo viaggio verso la destinazione dell’eterno riposo, senza distinzione di ceto o di sesso, e non fa mancare la sua presenza, anche nelle religiose cerimonie che si svolgono per le vie della città. In una giornata fredda come quella di ieri, non poteva trovare miglior ristoro termico se non facendo visita a Gesù Bambino, da pochi giorni festeggiato da noi essere umani. Se ne stava disteso sul pavimento della cattedrale dell’Assunta e, in taciturno isolamento, osservava quella tenue luce che illumina gli affreschi del De Litio. Appena entrato, mi ha salutato battendo un paio di volte la coda per terra, in segno di benvenuto e di gioia, non sentendosi più solo come un cane. Ha trovato la gioia di avere una presenza accanto e al momento di uscire, eccolo prendere la via della porta, con tutta calma e rispetto per la solennità del luogo. Appena fuori ha sbadigliato, si è guardato attorno, e ha osservato il via vai della gente, delle auto che cercavano un posto nell’ora di punta pomeridiana. Ha esitato a mettersi in marcia il quadrupede, quasi pentito di essere uscito da quel luogo nel quale il silenzio parla più della confusione che regna fuori. Ma Nerone non è tale se non partecipa all’odierna celebrazione ed eccolo, allora, avviarsi verso il teatro, dove di lì a poco il coro avrebbe intonato le canzoni della tradizione abruzzese. Anche questo è un appuntamento a cui non può mancare, e il suo usciere ( il sottoscritto) oggi è arrivato in tempo per aprirgli la porta”.
Questo il messaggio, pubblicato sulla pagina Facebook “La Voce di Atri”, per rendere omaggio e onore a un amico peloso. Sempre presente agli appuntamenti più importanti per la città, il cane, educato e mansueto, è diventato una vera e propria mascotte.
“Scusate, ma di fronte a tutte queste belle parole non posso farne a meno… ma quando fu accalappiato e portato al sanitario, nessuno si è preoccupato per lui! E continuo dicendo che sempre al sanitario sono ancora detenuti i suoi due amici di cui però nessuno si ricorda e nessuno si chiede come stanno!”, tuona una cittadina, portando all’attenzione della collettività il problema della reclusione in canile di altri due animali-simbolo del territorio.
E c’è chi propone la cittadinanza onoraria per Nerone: fedele non solo a una persona, ma addirittura a una città intera. E non è un miracolo che accade solo a Natale.