L’Aquila. E’ stato subito scontro in commissione Bilancio “su procedure non rispettate” e anche su contenuti tra la maggioranza e le opposizioni di centrosinistra e del Movimento 5 Stelle nella prima giornata della sessione di bilancio andata avanti fino alla serata di ieri. In particolare, l’attenzione è stata focalizzata su un maxi emendamento da 150mila euro per ogni consigliere regionale che il centrodestra vorrebbe presentare, anche se in tal senso non ci sono state conferme da parte degli esponenti della maggioranza. La circostanza è stata rivelata dal consigliere di Abruzzo in comune, Sandro Mariani, durante i lavori della prima commissione per l’esame del Defr, il documento economico e finanziario che dovrebbe fornire il quadro strategico e programmatico entro cui calare il bilancio vero e proprio. Mariani ha sfidato la maggioranza. “Facciamo un patto”, ha detto il consigliere regionale di centro sinistra, “sono disponibile a restare qui, in silenzio, se mi confermerete o smentirete il fatto che che state predisponendo un maxi emendamento che dà 150 mila euro a ogni consigliere di maggioranza”.
Il presidente della commissione, il leghista Vincenzo D’Incecco, ha gettato acqua sul fuoco: “Non parlo di cose che non conosco”. L’assessore al ramo, Guido Liris, Fratelli d’Italia, è rimasto in silenzio. Il capogruppo del M5S, Sara Marcozzi, ha denunciato “il clamoroso caso del Defr olografo con il centrodestra che presenta un documento modificato a penna e pieno di imprecisioni, confermata l’inadeguatezza di chi governa la Regione”. “In occasione della prima giornata della sessione del bilancio di Regione Abruzzo, abbiamo assistito a modalità di presentazione di documenti che non sarebbero potuti uscire nemmeno dalla fantasia di uno scrittore, per tutta l’improvvisazione con cui sono stati scritti. Non fosse che ci troviamo di fronte al documento più importante per il futuro della nostra regione”, ha sottolineato la Marcozzi, “verrebbe da dire che ci siamo trovati nel pieno di un racconto di fantasia, come fosse Il curioso caso del Defr olografo”.


