Pescara. “Circa 78 milioni di euro di tagli sulla sanità per colmare un buco economico che nel 2021, se si continua su questa strada, raggiungerà i 70 milioni di euro, nonostante i fondi messi a disposizione dal Governo mostrino un incremento costante di circa 15 milioni di euro l’anno. Tagli trasversali che si traducono in diminuzione dei ricoveri, meno farmaci ospedalieri, meno farmaci convenzionati, meno dispositivi medici in dotazione ai reparti, anche quelli per scopi diagnostici come Tac ed ecografi e meno servizi ospedalieri”.
A lanciare l’allarme è il vicepresidente del Consiglio regionale, Domenico Pettinari nel corso di una
conferenza a Pescara. Il consigliere pentastellato sottolinea che “per quanto sconcertante è scritto tutto nel Programma Operativo per la sanità 2019/2020. Siamo davanti ad una catastrofe annunciata – afferma Pettinari – dove, ancora una volta, come unica soluzione alla bancarotta si applicano tagli trasversali che ricadranno sulla pelle degli abruzzesi, invece di una seria razionalizzazione degli sprechi e l’ottimizzazione delle risorse a disposizione. Il centrodestra in campagna elettorale ha propagandato sulla sanità ma, ad oggi, siamo davanti ad un Piano economico che è lontanissimo da quelle promesse”.
“Dall’esame dei documenti prodromici all’adozione del Programma Operativo – continua – si osserva una tendenza all’esternalizzazione di servizi basilari come quelli relativi alla spesa farmaceutica: si prevede di demandare ad una centrale esterna l’espletamento delle gare per l’acquisto dei farmaci e questo denota – incalza il Consigliere – il più grande fallimento della centrale unica d’acquisto regionale che avrebbe dovuto assolvere a questo compito”
Il vicepresidente Pettinari ha poi continuato “invece di snellire i processi si preferisce inserire nuove figure professionali come il Care Manager e Case Manager, che avranno ulteriori costi. Infine sul piano
della costruzione e la manutenzione dell’edilizia sanitaria, nonostante siano presenti nella forza lavoro della sanità regionale figure competenti e dedicate a questo settore, si demanda ad un nucleo di professionisti in materia edilizia anche con il coinvolgimento di partner privati nella realizzazione dei progetti”. “D’altro canto – dice ancora Pettinari – anche sul fronte interno, invece di snellire e ottimizzare le figure presenti in azienda, si incrementano con personale non medico e sanitario. Tra tutti spicca l’istituzione di un’Azienda del territorio, che rappresenterà un’ulteriore anello nella catena di comando che avrà ulteriori costi e che allungherà ancora di più i processi di comunicazione e di gestione delle Asl”.
“Anche sul fronte dei rapporti con il privato – evidenzia il consigliere – siamo davanti ad una soluzione, a voler essere buoni, inefficace. Viene drasticamente depotenziata la figura della Regione come ente che programma la sanità. Altro dato, sicuramente non secondario, è quello relativo ai ricoveri in mobilità passiva, che appare sempre più oneroso per le amministrazioni regionali ma anche per i cittadini che, per trovare risposta ai propri bisogni di salute, spesso decidono di spostarsi dalla regione in cui risiedono”.
“In questo scenario le storiche carenze della Asl persistono delineando una piena continuità con la gestione del Governo precedente. Gli ospedali minori rimangono depotenziati e declassati, i macchinari acquistati e lasciati in abbandono; i grandi sprechi come per esempio la Pet Tac o l’elisoccorso di Pescara non vengono interrotti. Le liste d’attesa continuano ad esser lunghissime ed il personale infermieristico, oss e medico carente, con il collasso dei reparti invasi da barelle nei corridoi e i Pronto soccorso ingolfati”, ha concluso Pettinari.