L’Aquila. “Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, solo due giorni fa, nel corso dell’assemblea nazionale Anci, ha ricordato il valore dei municipi delle aree interne e montani. La Carta dell’Aquila è un punto di riferimento per le comunità dell’Italia ‘in salita’ che quotidianamente sono alle prese
con una sfida, che si chiami ricostruzione o spopolamento”.
Così il sindaco dell’Aquila, Pierluigi Biondi, nel presentare la Carta dell’Aquila, il manifesto delle città delle aree interne con cui “viene sollecitato il legislatore nazionale a intervenire per dare nuovo impulso ad asset strategici di realtà che quotidianamente si confrontano con i problemi legati all’orografia dei territori o alla complessità di politiche di rinascita a seguito di calamità naturali”. Con il varo del Manifesto promosso dallo stesso Comune aquilano, parte dal capoluogo d’Abruzzo, a dieci anni dal sisma del 6 aprile 2009, “la richiesta di maggior attenzione e norme mirate per il rilancio delle zone più periferiche del Paese”.
Al lancio della iniziativa sono intervenuti i sindaci Marco Fioravanti, di Ascoli e di Avellino Gianluca Festa: al posto del sindaco di Carpi Belelli c’era l’assessore con delega alla Ricostruzione del comune di Carpi, Riccardo Righi. Secondo Biondi anche loro “hanno vissuto l’emergenza e hanno saputo trovare una strada”. L’evento, realizzato in collaborazione con la Fondazione Ifel e l’Ordine dei giornalisti
abruzzesi, è stato moderato da Antonio Noto, presidente dell’Istituto Noto Sondaggi. Presente anche l’assessore alle Aree interne della Regione Abruzzo, Guido Quintino Liris, il direttore dell’Agenzia per la coesione territoriale, Antonio Caponetto.
“Formazione e innovazione sono temi centrali per sostenere il percorso di rinascita dopo il sisma del 2009 e dimostrare come una terra ferita possa risollevarsi se trova il coraggio di scommettere su un diffuso sistema di competenze e sui propri talenti – ha spiegato ancora Biondi”. Per Fioravanti, “le aree interne rappresentano il cuore del nostro Paese. Un cuore che, pur scalfito dal terremoto, non ha mai smesso di pulsare. E vuole tornare a battere più forte di prima. Unendo le nostre forze, riusciremo a far sì che le aree interne tornino a essere motore trainante del nostro Paese”. “Carpi ha un filo in comune con L’Aquila, Ascoli Piceno e Avellino, quello del terremoto. Nel 2012 oltre ad essere stata distrutta e lesionata una
parte importante del nostro tessuto storico ed artistico, è stata messa a dura prova la tenuta di settori produttivi di primaria importanza. Ci siamo posti il tema di dare da subito segnali non solo di resistenza ma anche di ripresa. Per questo abbiamo lavorato celermente per sistemare e mettere in sicurezza tutti i nostri edifici. Ma non abbiamo voluto disperdere il senso della nostra comunità, recuperando luoghi e spazi civici”, è stato il messaggio di Bellelli.
“Solo chi ha subìto un evento sismico devastante per la propria popolazione può comprendere le ferite che esso lascia sul territorio. Solo chi lo ha affrontato, d’altro canto, può raccontare la forza d’animo, la volontà di non rassegnarsi e la grande voglia di riscatto con cui ognuna di queste comunità è riuscita a rialzarsi e a riprendere il cammino più forte e motivata di prima. All’Aquila testimonieremo come le
nostre città, seppur così duramente colpite, possono anche rappresentare un modello di buone pratiche, figlio delle esperienze territoriali più virtuose”, ha ricordato Gianluca Festa, sindaco di Avellino.