Chieti. “Noi siamo su un sentiero molto stretto in una trattativa che si annuncia difficile. L’incontro di ieri è stato importantissimo, adesso loro devono deporre le asce di guerra nei confronti dello Stato italiano. Dobbiamo rinviare la battaglia legale e capire se in questi giorni c’è la possibilità di raggiungere un risultato. Quello che noi mettiamo al primo posto è la garanzia del rispetto dei patti in particolare sulla tenuta occupazione. Noi non possiamo consentire i cinquemila esuberi che avevano posto sul tavolo e soprattutto vogliamo affermare l’idea che riguarda Taranto e tutto il mezzogiorno d’Italia che si possa produrre anche l’acciaio nel rispetto dell’ambiente e della salute dei cittadini e dei lavoratori”.
Lo ha detto oggi a Chieti, commentando l’incontro fra il premier Giuseppe Conte e Arcelor Mittal, il ministro per il Sud e la coesione territoriale Giuseppe Provenzano a margine di un incontro aperto con gli amministratori locali organizzato dal PD regionale. “Taranto non è solo l’Ilva – ha aggiunto Provenzano – abbiamo aperto un cantiere su Taranto dove abbiamo discusso giovedì in Consiglio dei ministri: le iniziative in campo sono molte, c’è una regia a palazzo Chigi che le metterà insieme, insomma stiamo lavorando”.
Poi, sulla Zes in Abruzzo, afferma che ”La Zes in Abruzzo sta seguendo un iter, è una Zes particolarmente complicata perché l’autorità portuale di riferimento è quella di Ancona, quindi noi abbiamo chiesto ulteriori approfondimenti e comunque stiamo accelerando, ieri ne ho parlato con il presidente della Regione Marsilio in cabina di regia. Da parte nostra c’è tutta la volontà di accelerare. I commissari che abbiamo previsto in legge di bilancio per le zone economiche speciali daranno un contributo non nell’istruttoria, che dobbiamo fare noi, ma un minuto dopo nel 2020 quelle Zes devono diventare operativo. Non possiamo continuare a perdere tempo e un altro treno”.