L’Aquila – La salita verso il centro storico dell’Aquila fornisce una cornice di gru che sovrastano i tetti dei palazzi e sembrano voler toccare il cielo. Il segno è quello di una attività energica che oltre ad aver caratterizzato l’intero tessuto urbano, si intensifica proprio nel centro storico della città. Segnali di ripresa per una salita sicuramente molto ardua da percorrere e gli aquilani non si sono certo risparmiati di agire, di fare, di pensare in questi lunghi dieci anni che li separano dalla tragedia sismica del 2009.
La ripresa è ancora in salita, gravata da una serie di formule burocratiche che costituiscono fin troppo spesso un ostacolo difficile da superare. E chi parla di distruggere le news town probabilmente tende a dimenticare molti, troppi aspetti che riguardano il tessuto sociale urbano. Dieci anni sono lunghi ma anche con le gru e con gli squarci e le case distrutte che si alternano ai nuovi edifici innovativi la città dell’Aquila non perde la sua unicità storica, culturale e di aggregazione sociale.
Gravata da tantissime difficoltà L’Aquila però resta una città senza tempo: chi la amava prima nel suo splendore continua ad amarla ancora oggi, perchè nemmeno la violenza della natura che ha provocato morte e tanto dolore è riuscita a scalfire quella magica atmosfera che si respira nel capoluogo dell’Abruzzo. Basta solo saperla riconoscere, ed è ancora quella della città senza tempo.
E dunque facciamola quella salita, torniamoci più spesso in quel centro storico che a piccoli passi vuole e deve ripartire, pronto per tornare a splendere come prima e più di prima.