Vasto. Continua il pellegrinaggio di cittadini e amministratori comunali per vedere da vicino i danni causati dalla frana che ieri mattina ha cancellato l’intera balconata dei giardini napoletani di Palazzo d’Avalos. Tra i primi ad arrivare il presidente del Consiglio comunale Giuseppe Forte, gli assessori Sputore, Marra e Tiberio. Sconvolto il sindaco Luciano Lapenna che non più tardi di due giorni fa aveva inviato una lettera al presidente della Regione D’Alfonso per rappresentare le sue preoccupazioni circa i movimenti franosi che interessano la balconata della Loggia Amblingh. “Mi verrebbe da dire – commenta amaramente il sindaco – che le mie sollecitazioni avevano più che valide ragioni di opportunità e della necessità di intervenire con sollecitudine senza perdere ulteriore tempo. Del resto – aggiunge Lapenna – anche per questo avevamo chiesto la presenza a Vasto del capo del Dipartimento della Protezione civile Franco Gabrielli che proprio assieme a D’Alfonso visitò la zona ora franata. Per Vasto esiste l’emergenza frane, di questo la Regione deve prenderne consapevolezza”. Dal 2012 via Porta Palazzo dove insiste la balconata dei giardini napoletani era sotto costante monitoraggio dopo il crollo di un pezzo di terreno che si era portato via una palma e una parte di ringhiera. Per il presidente del Consiglio comunale Forte “il governo si deve far carico di questa nuova emergenza ambientale che si porta via un altro pezzo di storia della nostra città”. Nel 1956 la stessa zona fu interessata da una frana che distrusse una grande parte del centro abitato con il crollo di numerosi palazzi e della chiesa di San Pietro. Il sopralluogo del responsabile del Genio Civile della Regione Abruzzo avvenuto ieri ha confermato che la frana che ha cancellato l’intera balconata dei giardini napoletani di Palazzo d’Avalos, a Vasto, è avvenuta perché il muro di contenimento ha ceduto per le eccessive infiltrazioni d’acqua dovute alle piogge di questi giorni. “C’è stata la mancata irregimentazione di queste acque infiltrate” ha detto il responsabile del Genio Civile della Regione Abruzzo, Emidio Primavera, dopo aver preso visione di quanto avvenuto. “Stiamo cercando di capire come comportarci” ha aggiunto. “Come primo intervento, pensiamo all’attivazione di una pompa di sollevamento nel pozzo posto nel giardino, per abbassare la falda, in modo da diminuire le pressioni neutre delle acque; come secondo intervento, all’impermeabilizzazione sia della scarpata che ha avuto il cedimento sia del giardino”. Secondo Primavera non si sarebbe potuto immaginare, prima delle piogge, un episodio di queste dimensioni. Sul posto del crollo è giunto anche il Presidente Luciano D’Alfonso, “mi impegno perché questa ferita che ha colpito nel cuore la Città del Vasto venga rimarginata”. Il presidente ha assicurato che già martedì, nella seduta di giunta, saranno assegnate le prime risorse. A chi gli chiedeva l’ammontare ha spiegato che sarà legato alla prima perizia del Genio Civile, “per quanto è attualmente visibile”. “Palazzo d’Avalos oggi è escluso dal movimento franoso – ha detto D’Alfonso – ma dobbiamo lavorare affinché non ne venga coinvolto in seguito”. Non mancherà il raccordo, ha aggiunto, con Franco Gabrielli, capo del Dipartimento della Protezione civile che a dicembre scorso, con il direttore della Struttura di missione contro il dissesto idrogeologico, Mauro Grassi, era stato in Abruzzo per una serie di sopralluoghi ai siti di maggiore emergenza in regione tra cui, a Vasto, il centro storico costone orientale.