L’Aquila. “Per chi ama lo Sport come me leggere la candidatura della propria città come “Città Europea dello Sport” (e non “Capitale Europea dello Sport” alla quale a malincuore L’Aquila non può partecipare a meno che non sia diventata ultimamente una città di oltre 500000 abitanti o Capitale del nostro bel Paese) non può che restare estasiato e sentire il proprio cuore colmo di gioia. L’importante è che la presentazione della candidatura sia stata fatta con consapevolezza, coscienza e con cognizione di causa”. Questo l’auspicio di Gianni Padovani, Responsabile Nazionale del settore Sport del PSI.
“Lo Sport, come ripeto a me stesso e agli altri fin troppe volte, è una cosa seria e come tale deve essere trattato ed affrontato. Mi auguro – prosegue Padovani – che a monte sia stata fatta una valutazione con i veri attori del settore dello Sport, come le associazioni, le federazioni, gli enti di promozione e tutte quelle organizzazioni sportive che riconoscono in questo settore la propria ragione di vita. A mio avviso sono proprio questi i soggetti con i quali si può e si deve valutare attentamente se è il momento storico giusto per candidarsi, visto che la presentazione della domanda può essere fatta al massimo due volte, e la seconda, nel caso non si fosse tra i vincitori, è da presentarsi di diritto l’anno successivo a quello della prima candidatura”.
“Non vorrei che per una scelta dettata dal desiderio frettoloso di risollevare le sorti dello Sport in città dopo gli ultimi spiacevoli avvenimenti, si rischiasse di perdere per sempre e vanificare una grande opportunità. E’ vero che non è troppo complicato ricevere il riconoscimento di “Città Europea dello Sport”: il regolamento prevede infatti che ad ottenere questo premio siano solo per l’Italia, ogni anno, al massimo 4 città con più di 25000 abitanti sulle 8 candidature che possono essere accettate (le cui ammissioni sono determinate per ordine di ricevimento della lettera trasmessa da parte del Sindaco), ma allo stesso tempo non è neanche così scontato riuscire nell’intento perché oltre a competere con altre realtà, per essere tra le città prescelte bisogna ottenere almeno un punteggio minimo di 7,5 su 10”.
“Purtroppo tutto questo significa che non devono essere obbligatoriamente 4 le città premiate, il numero sta ad indicare il massimo di città che possono ricevere il riconoscimento. Una parte del punteggio, inoltre, deriva dal calcolo effettuato tenendo conto di diversi criteri di eleggibilità tra cui il programma politico ed il suo impegno da un punto di vista sportivo. Se la memoria non mi inganna sul Programma di mandato, 2017/2022, dell’Amministrazione attuale, tra i diversi titoli e sottotitoli, non figura la parola Sport. A mio modesto parere ciò già dimostra che lo Sport in città non è sicuramente considerato una priorità, almeno dall’Amministrazione”.
“L’argomento è ormai latitante e viene discusso e affrontato solo all’interno di alcuni sottotitoli, troppo spesso riferendosi a progetti e argomenti che allo stato attuale non sono ancora stati neanche pianificati. Prendiamo come esempio concreto l’idea di realizzare luoghi idonei per le attività sportive
all’interno degli edifici scolastici: si parla di ricreare spazi all’interno di strutture a tutt’oggi inesistenti. Forse dovremmo prima ricostruire realmente le scuole e poi pianificare solide realtà per le attività sportive! Altro esempio è l’istituzione del Liceo Sport Invernali e Scientifico sportivo presso il Progetto Case di Assergi o la realizzazione di nuove strutture sportive attraverso la riconversione del vecchio capannone Cogefar. Allo stesso modo potrei citare tutte quelle infrastrutture sportive che dovrebbero e dovranno essere completate o efficientate utilizzando i fondi della legge regionale n. 41 del 2011 e la valorizzazione del Gran Sasso attraverso sport estivi, a partire dalle discipline freeride arrivando fino alla realizzazione di piste ciclabili, di parchi giochi e bici ed al potenziamento della sentieristica per attivare itinerari per le mountain bike, per il trekking…etc etc”.
“Non sono qui a fare polemica, ma allo stesso tempo vorrei che lo Sport non venisse più utilizzato soltanto come spot per accaparrare facili consensi. Vorrei che ci fosse una programmazione ed una progettualità seria, efficace ed efficiente che verta alla realizzazione di quanto promesso. Se si vuole candidare L’Aquila a “Città Europea dello Sport” si deve pensare alla sicurezza dei nostri impianti sportivi che ancora oggi mancano di diversi certificati di agibilità che un’infrastruttura sportiva necessita. Lo stiamo facendo? A quanto ammonta la spesa comunale per la manutenzione degli impianti sportivi negli ultimi tre anni? Abbiamo un piano regolatore dello Sport? Abbiamo un piano di sviluppo dello Sport? Nel bilancio annuale quante risorse economiche sono destinate dal Comune al Settore dello Sport? Quali sono gli investimenti pianificati per i prossimi tre anni in impianti sportivi? Quali sono i principali obiettivi sportivi della nostra città? Lo so, sembrano troppe domande e ne avrei tante altre da fare, ma mi fermo sperando che esistano risposte concrete almeno a queste che ho riportato!! Sarei la persona più felice al mondo se ne ricevessi”.
“Senza dubbio sarei il primo a festeggiare la nostra città qualora si posizionasse tra quelle premiate
come “Città Europea dello Sport”! Forse un giorno finalmente si comincerà a capire anche in questa nostra meravigliosa città che “lo Sport -come affermava Pierre Coubertin- è parte del patrimonio di ogni uomo e donna, nulla può compensare la sua assenza” e che sta ad ognuno di noi – conclude Padovani – nel limite delle proprie possibilità, adoperarsi affinchè venga preservato ed aiutato a diffondersi come vera e propria cultura”.