Shanxi, una sperduta provincia della Cina del Nord, un’ora di volo da Pechino verso l’interno. Per arrivare fin lì potete avere solo due buoni motivi: o siete degli inguaribili appassionati di storia orientale, oppure avete in qualche modo a che fare col business degli alcolici. Nel primo caso vi dirigereste verso l’area di Pingyao, Patrimonio UNESCO, un’antica città mercantile fortificata, centro finanziario della Cina che fu e sede di una rinomata produzione di carne, che da lì partiva verso tutte le province dell’Impero: risalente alle dinastie Ming e Qing, è oggi un museo vivente (un po’ troppo turistico a dir la verità) che conserva intatte mura, luoghi e atmosfere della Cina di 700 anni fa. Nel secondo caso, quello di chi scrive, la vostra mèta sarebbe invece la città di Fenyang, decisamente meno affascinante, ma al centro di quello che è considerato tra i dieci più importanti distretti produttivi di spirits al mondo. Un posto che conta 72 distillerie certificate e che sforna una roba come 200 milioni di litri l’anno ad alto grado di ABV (Alcohol By Volume).
Qui si è tenuta la ventesima edizione della manifestazione Spirits Selection by Concours Mondial de Bruxelles. Uno degli eventi internazionali più importanti dedicati al mondo dei distillati e dei liquori, i cui risultati ufficiali sono stati comunicati pochi giorni fa (li trovate in dettaglio qui).
L’ARRIVO A FENJANG
Fenyang è considerata la “patria culturale della distillazione Cinese”, e in particolare del Baijiu dall’aroma leggero, una delle principali categorie in cui è possibile classificare il distillato locale (che, per chi non lo sapesse, è il più consumato del pianeta, contando, da solo, per circa un terzo del mercato mondiale). Una città, quindi, che con la distillazione ha un legame di lunga data (le più antiche prove ritrovate risalgono al 700 d.C.) e che poco più di un secolo fa, esattamente nel 1915, era già divenuta nota nel settore degli alcolici, avendo vinto – prima in tutta l’Asia – il massimo riconoscimento al World Expo di Panama.
A Fenyang non c’è molto da vedere. Per 4 giorni abbiamo vissuto in un clima un po’ surreale, scortati ovunque, trattati come celebrities (o forse come “animali” rari) visto che da quelle parti non sono molto avvezzi alla vista di occidentali. Essere fermati per strada da bimbi incuriositi, con i genitori che te li mettevano in braccio per fare un selfie di buon auspicio, resta comunque uno dei ricordi più belli di tutta questa esperienza.
BAUDOUIN HAVAUX & THIERRY HEINS
Baudouin Havaux è il “grande capo” del Concours Mondial de Bruxelles, di cui Spirits Selection è la diretta emanazione. A dirigere le operazioni per gli spirits ha chiamato Thierry Heins, esperto degustatore (anche di vino) e conoscitore del business mondiale di liquori e distillati. Sono loro i due riferimenti gerarchici di un’organizzazione impeccabile, capace di gestire, in maniera professionale e allo stesso tempo informale, un evento planetario, per portata geografica, per numeri di persone (centinaia tra staff, servizio, comunicazione, giudici…), per etichette coinvolte (migliaia). Chapeau.
LE MASTERCLASS
Il primo giorno e mezzo è dedicato alla formazione. Ci sono fusi orari e jet lag da smaltire, ma qui non si perde tempo. È allora via a masterclass e lezioni sui distillati di tutto il mondo, con un programma a due vie: incentrato principalmente sul Baijiu per noi occidentali; dedicato a gin, vodka, rum, brandy, per la folta delegazione cinese. Tra una divagazione sul pisco peruviano, un intervallo sull’effetto dei legni nei processi di affinamento, e un confronto fra cognac e armagnac, ci becchiamo allora una full immersion di un giorno intero per apprendere tutti i segreti del popolare distillato cinese, e ci prepariamo alla “svalangata” di light aroma, strong aroma, sauce aroma, rice aroma…e tutte le miriadi di versioni in cui il Baijiu si può presentare!
LE GIURIE
103 giurati da 28 paesi diversi, suddivisi in commissioni da 6 o 7 membri di nazionalità ed esperienza mista, e un capo-panel a tirare le fila. Quasi 1800 i campioni da assaggiare, provenienti da 59 paesi produttori. Una media di circa 35 spirits al giorno, serviti ovviamente alla cieca, suddivisi in batterie omogenee. Una scheda dettagliata e completa da redigere in pochi minuti. Media punti calcolata in tempo quasi reale da uno stuolo di ragazzi addetti al data-entry. Discussione finale e assegnazione delle medaglie. Un processo rigoroso, che esigeva preparazione e concentrazione!
LE DEGUSTAZIONI
Si partiva la mattina presto. Appuntamento ore 08:30, breve briefing iniziale, e alle 09:00 si era già con naso dentro al bicchiere. E si andava avanti, facendo le opportune pause ristoro, fino ad ora di pranzo. Il servizio avveniva in bicchierini anonimizzati, dove i distillati erano suddivisi in fligt (batterie) omogenee, assegnati casualmente e comunicati al degustatore di turno solo la mattina stessa. E, prima o poi, tra brandy eleganti, rum invecchiati, e whisky single malt, ti toccava pure la batteria di creme liquorose o liquori da cocktail…
FEN JIU CITY
Non si può spiegare a parole cosa sia Fen Jiu City, il nuovo centro di produzione del Fen Jiu Group, il colosso della distillazione e vendita di Baijiu di Fenyang, che da lavoro a più di 10.000 persone e fattura qualcosa come 1,5 miliardi di euro l’anno. È una città vera e propria totalmente dedicata alla produzione e allo stoccaggio di questo distillato: attraversata da una strada centrale lunga quasi 4 Km, conta centinaia di edifici che cubano complessivamente svariati milioni di metri quadrati di superficie coperta. Circa 400 di questo sono dedicati solo alla produzione de “Qu”, il mattone di lieviti che serve per avviare di fermentazione, ottenuto principalmente dal sorgo e da altri cereali.
BAIJIU BAIJIU E ANCORA BAIJIU
Ce lo hanno proposto in tutte le salse. I Baijiu in concorso erano più di 600 e quindi statisticamente ad ogni commissione ne toccava almeno una batteria al giorno. Catalogare tutte le sfumature aromatiche di questo distillato è difficile: diciamo che ne esistono almeno tre macro-categorie, a seconda della prevalenza degli aromi e dei sapori. Le più delicata va sotto il nome di light aroma baijiu: in esso, nelle versioni migliori, prevalgono sentori freschi ed eleganti di fiori, frutta bianca e cereali; poi c’è lo strong aroma baijiu, dove la parte fruttata è intensa e prepotente, con sentori dolci che ricordano l’ananas stramaturo e in alcuni casi tendono anche verso i formaggi erborinati; infine il sauce aroma baijiu, dove la salsa di soia e il cereale fermentate sono i protagonisti. Un bere che in alcuni casi può spiazzare e che senz’altro esula dai nostri gusti e abbinamenti col cibo. Ma devo confessare che a forza di “ganbei” – il loro “cin cin” – alla fine mi ci ero quasi (quasi) abituato…
VIVA LA COLOMBIA!
Uno dei momenti più emozionanti è stato l’annuncio del paese ospitante della prossima edizione. Tre-due-uno…Colombia! Accolta dalle grida fragorose dei giudici sudamericani in sala, la delegazione colombiana è salita sul palco per raccogliere il testimone da quella cinese. Spirits Selection 2020 si terrà a Baranquilla, bellissima cittadina del nord, nella regione caraibica, dove vengono prodotti e invecchiati alcuni dei migliori rum colombiani e dove regna un clima di festa e allegria tutto l’anno. Atmosfere calde, latine, coinvolgenti, in cui siamo certi che tutto il mondo della distillazione e liquoristica latino-americana farà di tutto per fare bella figura …e speriamo di poter essere lì tra un anno a raccontarvi ancora com’è andata…
Ganbei!!! (alla salute!)
P.S. – Questo articolo è stato pubblicato in anteprima su James Magazine