Pescara.”Mentre imperversano le polemiche sul riordino della rete ospedaliera della
nostra regione, notiamo che in Abruzzo regna il silenzio da parte della maggioranza e di tutte le opposizioni in Consiglio Regionale, rispetto alla modifica delle regole per le cliniche private”. Lo sostengono i segretari nazionale e regionale di Rifondazione Comunista, Maurizio Acerbo e Marco Fars, che questa mattina, nel corso di una conferenza stampa hanno spiegato la loro posizione. “La nuova Giunta Regionale è partita con un regalo alla sanità privata. Già con la Giunta D’Alfonso si erano riallargati – ha spiegato Maurizio Acerbo – i cordoni della borsa.
Ora si torna all’antico. Passati dieci anni da Sanitopoli abbiamo la sensazione che sia pienamente ritornata la subalternità della politica locale ai privati che noi combattemmo da soli sin dai tempi dei piani sanitari definiti a tavolino con i titolari delle cliniche. Con la delibera di Giunta 348 del 18 giugno scorso, si decide di allentare le regole fissate precedentemente e che le cliniche avevano impugnato il 6 giugno scorso dinanzi al Consiglio di Stato. Vogliamo ricordare che nella delibera 348 viene cancellata una norma utile per la trasparenza e il controllo come per esempio l’obbligo da parte delle cliniche di fornire alle Asl i dati sui ricoveri e sulle dismissione dei pazienti. Viene invece prevista – prosegue Acerbo – una normale oscillabilità del 20% del fatturato che non ha più il carattere della occasionalità ed eccezionalità e si aumentano prestazioni senza motivate esigenze e senza la richiesta di autorizzazione alle Asl”.
“Quando abbiamo avuto notizia della delibera del 18 giugno, ci aspettavamo – ha detto il segretario regionale Marco Fars – che qualcuno potesse dire qualcosa, che ci fosse una discussione e un dibattito. I sindacati ci hanno risposto che sulla questione non sono stati convocati tavoli di lavoro, e questo ci lascia perplessi, data la delicatezza dell’argomento. Si ritorna così all’antico considerando che già oggi, pensare ad una invalicabilità del tetto di spesa annuo è quasi utopia. I tetti di spesa vengono sistematicamente superati e il venir meno della autorizzazione a travalicare il tetto mensile,
con la scusa di snellire i procedimenti amministrativi, si può arrivare a comportamenti non virtuosi con il superamento dei budget, e questo in una Regione come l’Abruzzo, ci lascia perplessi”.