L’Aquila. “Ha il sapore di una minestra riscaldata e rischia di essere un clamoroso passo indietro il nuovo piano sanitario messo a punto dalla Regione Abruzzo. Tanti, troppi i punti deboli. A partire dall’eccessivo interesse per l’area Chieti-Pescara, che sembra essere l’unica ad avere un’attenzione particolare. In particolare le aree interne restano ancora abbandonate a se stesse e l’idea di avviare il Dea di Chieti-Pescara senza avviare quello di L’Aquila – Teramo non sembra rispondere ad alcun criterio logico”.
Così in una nota i segretari aziendali del sindacato dei medici Anaoo, Gabriella Marini di Teramo, e Loreto Lombardi dell’Aquila, sul piano di riordino della legge ospedaliera presentata dall’assessore regionale alla Sanità Nicoletta Verì, della Lega, che ha innescato polemiche sia nella maggioranza di centrodestra, sia in seno alle opposizioni di centrosinistra.
“Nel nostro ruolo di rappresentanti aziendali Anaao di due aree, Teramo e L’Aquila, che tanto significano in termini di sanità, esprimiamo grande preoccupazione per l’evidente asimmetria tra la considerazione e la progettualità spese per le Asl di Pescara e Chieti e la solita ‘distrazione’ per i territori dell’Aquila e Teramo. La sensazione che traspare è che si vogliano fare, in una piccola regione come l’Abruzzo, due realtà sanitarie diverse, una di serie A e una di serie B”, si legge nella nota, “un atteggiamento non giustificato da alcun tipo di elemento demografico o sanitario. Quanto alle perplessità logistiche di una integrazione funzionale delle aree l’Aquila-Teramo, sollevate da alcune parti, e relative alla distanza tra i due ospedali, queste sarebbero completamente risolte attraverso l’integrazione funzionale delle due strutture, anche avvalendosi dell’uso coordinato dell’elisoccorso, e pertanto ampiamente in grado di far fronte a qualsiasi emergenza. Si dimentica peraltro che le due province sono collegate da un’autostrada mentre c’è un asse attrezzato, privo di una vera corsia di emergenza e spesso intasato, a unire Chieti a Pescara”.
Secondo i due medici, “le perplessità sono tante. Eppure i colloqui avuti nei mesi scorsi con l’assessore Verì lasciavano ben sperare in un cambio di rotta rispetto al passato. Il sospetto è che, in questo piano di riordino della rete ospedaliera, ci sia lo zampino di una burocrazia regionale miope e sorda persino agli appelli dei due sindaci di Teramo e L’Aquila a riprendere i lavori della commissione per i Dea di secondo livello”.