L’aquila. Costruire un percorso sostenibile e graduale verso l’autonomia abitativa per persone disabili. È questo l’obiettivo di “Noi speriamo che ce la caviamo da soli”, progetto finalizzato all’elaborazione di linee guida per il “dopo di noi”, che vede tra i protagonisti l’Associazione Abitare Insieme dell’Aquila.,Il progetto, che è partito nell’agosto 2018 e che si concluderà nel febbraio 2020, è finanziato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali per un valore complessivo di circa 900.000 euro. L’azione si estende in 12 regioni italiane grazie alla collaborazione di 13 associazioni che operano nell’assistenza di persone con disabilità fisica e intellettiva. Ognuna sul proprio territorio sta attuando iniziative condivise in rete, in modo da favorire un sistema di confronto e scambio di buone pratiche su scala nazionale.
L’obiettivo è quello di elaborare un modello replicabile per incrementare il grado di autonomia della persona disabile e sperimentare il distacco dalla famiglia in modo graduale, attraverso gruppi di auto-mutuo-aiuto, prima che esso si imponga improvviso col venir meno del sostegno dei congiunti.158 i volontari coinvolti su scala nazionale, 26 gli operatori attivi. Le persone interessate dalle attività del progetto sono 52, mentre quelle coinvolte nel processo più ampio di indagine e promozione sono 208.L’Associazione Abitare Insieme gestisce dal 2008 un centro diurno a L’Aquila nel quartiere Torretta che ospita 25 utenti quotidianamente impegnati in attività quali la redazione di un giornalino, il corso di nuoto, l’ippoterapia, laboratori artistico-artigianale, musicale, di teatro-danza e di cucina. Dispone inoltre di un appartamento adattato alle esigenze di persone con disabilità motoria, dove si sperimentano forme di accoglienza temporanea per famiglie in difficoltà e percorsi residenziali mirati allo sviluppo del grado di autonomia delle persone con disabilità.
All’interno del progetto “Noi speriamo che ce la caviamo da soli” abitare insieme coinvolge quattro dei propri utenti. Ciò ha permesso all’associazione di estendere per loro la residenzialità, altrimenti limitata al solo week end, a cinque giorni interi e consecutivi con cadenza mensile per tutta la durata del progetto, in modo da svolgere un lavoro più incisivo su tutti gli aspetti della vita quotidiana superando i limiti imposti da attività esclusivamente ludico/ricreative. Durante i cinque giorni di residenzialità i disabili continuano a mantenere tutte le loro quotidiane occupazioni al di fuori dell’abituale contesto familiare e sono impegnati intorno a quattro macro-aree: autonomia domestica, autonomia personale, gestione del tempo libero, gestione delle relazioni. La speranza è quella di fornire in tal modo una vita più dignitosa al portatore di handicap e regalare alle loro famiglie la speranza di un futuro con maggiori garanzie di vita autonoma e di capacità relazionali per i loro figli.
Per tutte le informazioni è possibile visitare il sito www.celacaviamodasoli.it e la pagina Facebook @celacaviamodasoli.it.