Penne. L’attività venatoria notturna in aerea peri-urbana a Penne non è stata in alcun modo autorizzata dalla Prefettura di Pescara: il Prefetto del capoluogo adriatico, dott.ssa Gerardina Basilicata, ha inviato alla direzione dell’Oasi WWF e Riserva “Lago di Penne” e al sindaco della città una precisazione al riguardo nella quale spiega che le competenze in tal senso sono della Regione. “Mi sono immediatamente scusato con il Prefetto – spiega Fernando Di Fabrizio, direttore dell’Oasi – ma ero stato tratto in inganno da informazioni verbali avute da un dipendente regionale al quale avevo incautamente creduto”.
Al di là dell’involontario errore resta un problema di fondo: la caccia cosiddetta di selezione nelle ore notturne in un’area prossima alla Riserva e accanto a sentieri frequentati da turisti e residenti, oltre a essere sostanzialmente inutile per il contenimento dei cinghiali, è certamente pericolosa per la pubblica incolumità. Non a caso il sindaco di Penne aveva proibito gli spari in quella zona proprio per tutelare cittadini e turisti. Del resto il pressapochismo con il quale la Regione da anni gestisce l’attività venatoria ha portato a decine di ricorsi, del WWF e di altre associazioni ambientaliste ma a volte anche delle organizzazioni dei cacciatori, nei quali l’Ente è stato quasi sempre sconfitto. Ogni azienda o organizzazione diffiderebbe dei consigli di presunti tecnici che hanno portato a esiti puntualmente negativi. Il governo regionale, di qualsiasi colore politico sia la maggioranza di turno, invece insiste e colleziona brutte figure a ripetizione, quasi con tutti i calendari venatori dell’ultimo decennio.
In questo caso la situazione è ancora più grave visto l’allarme suscitato in decine di residenti e vista l’oggettiva pericolosità dei ripetuti spari nella notte a due passi dalla città e ancora più vicino al Sentiero Serafino Razzi, ripristinato nel 2018, che collega il centro storico con la Riserva. “Ci spiace dell’equivoco che si è creato con il Prefetto di Pescara”, sottolinea il delegato regionale del WWF Abruzzo Luciano Di Tizio, “A questo punto chiediamo però alla Regione di sospendere immediatamente ogni forma di caccia a ridosso delle aree urbane. È chiaro che chi ha sbagliato dovrà risponderne ma è intanto importante fermare comportamenti a rischio prima che accadano tragedie e non dopo, quando potrebbe essere troppo tardi”.