L’Aquila. “Sulla questione della caserma agenti del carcere di L’Aquila temevamo uno “sgambetto” da parte dell’Amministrazione penitenziaria. Purtroppo esso è puntualmente arrivato. Con sgomento, infatti, la Uil ha appreso della vergognosa politica di “sfratto” che la Direzione del carcere dell’Aquila ha praticamente adottato nei confronti del “suo” personale di polizia penitenziaria.
Quello al quale ho assistito ieri, nel momento in cui mi è pervenuta la nota indirizzata a tutta la polizia penitenziaria del quadro permanente ad esclusione, quindi, di quello facente capo al GOM (Gruppo Operativo Mobile) e vertente sulla nuova politica di assegnazione degli alloggi all’interno del contesto carcerario, è stato il peggiore atto amministrativo che abbia mai potuto verificare nella storia sindacale che mi riguarda”.
Ad affermarlo arrabbiatissimo è Mauro Nardella Segretario Generale Territoriale UIL PA Polizia Penitenziaria e componente della Segreteria confederale.
“La nota che ovviamente rimandiamo al mittente , accompagnandola con la pronta attivazione dello stato di agitazione di tutto il personale, butta fango addosso a chi, con spirito di sacrificio ed innata abnegazione ha offerto e tuttora lo fa “sangue” pur di non far mancare il proprio contributo alla causa di un carcere tra i più pericolosi d’Italia ed al cui interno, lo ricordiamo, sono ristretti circa 170 detenuti di cui al regime speciale del 41 bis. Quel personale che finanche dalla non vicina Puglia assicura il proprio contributo, addirittura accettando di non trasferirsi nella propria terra pur di consentire che un siffatto penitenziario potesse far leva sulla esperienza maturata in tantissimi anni di applicazione, si vede praticamente chiudere la porta in faccia. Cosa ancor più grave è che questa azione parte da un’Amministrazione che bene invece avrebbe fatto a “coccolarseli” i suoi uomini piuttosto che mandarli, attivando la convenzione C.A.S.E. col Comune dell’Aquila ( che a questo punto paradossalmente conviene ai poliziotti sloggiati in mancanza di sufficienti alloggi collettivi), fuori il perimetro carcerario privandosi, conseguentemente, del loro pronto intervento nel qual caso in un istituto di tale portata ci fosse stato bisogno del loro contributo”.
Sottolinea il sindacalista della UIL “Ebbene sì, si può anche accettare l’idea che per un pò di tempo si debbano fare sacrifici per restaurare un ambiente che faceva pietà; tuttavia di lì a stravolgere la vita dei colleghi rivedendo la ridistribuzione degli alloggi in maniera così scriteriata e a tutto vantaggio del GOM proprio non va giù. L’Amministrazione penitenziaria, altresì, ha fatto molto male a prevedere una diversa soluzione salvaguardando l’interesse dei propri dipendenti e per due ordini di motivi legati alle opzioni date agli “sfrattati” vale a dire o restare all’interno del perimetro carcerario facendo leva su alloggi demaniali il cui costo addirittura potrebbe superare il costo di un affitto esterno ( qualora infatti fosse solo uno a chiedere l’utilizzo di un alloggio demaniale si ritroverebbe a dover pagare fino a 560 euro mensili) oppure optare per il progetto C.A.S.E. che non solo renderebbe più oneroso il contributo richiesto ai baschi blu rispetto a quello previsto per i soli 4 alloggi collettivi( per questi 2 ultimi il canone mensile non supererebbe quota 67,00 euro) ma li allontanerebbe dal carcere e quindi da un loro potenziale utilizzo in caso di sommosse, rivolte e/o eventi disastrosi quale potrebbe essere ad esempio un terremoto.
Prosegue Nardella, evidenziando le conseguenze anche gravi che ne potrebbero derivare “Dispiace e non poco aver notato la totale assenza di interesse politico alla causa. Eppure di gridi di allarme da parte della Uil ne sono stati lanciati. Tutti sono caduti nel vuoto lasciando costernati chi (ed il sottoscritto ne è uno di questi) sperava che uno qualsiasi dei rappresentanti della politica locale, regionale e nazionale raccogliesse la nostra richiesta di aiuto e la facesse sua. La speranza è diventata disperazione quando alle belle parole spese da un improvvisato salvatore della patria altro non è seguito che chiacchiere, solo chiacchiere”.
Continua il sindacalista “Nel frattempo è arrivata ai massimi livelli la rabbia dei poliziotti defraudati del loro diritto a vivere facendo perno sulle direttive emanate dalla legge di riforma 395/90. Gli stessi come la UIL, arrivati a questo punto, si chiedono che senso ha mantenere l’aliquota del GOM che di fatto occuperà tutti gli spazi della caserma prima in grado di ospitare tutti, compresi gli agenti del quadro permanente, se molti dei servizi facenti capo alle esigenze del circuito speciale del 41 bis sono coperti proprio da chi in malo modo è stato “cacciato” dalla sua camera in caserma. Ergo…che senso ha avere ancora un circuito del genere se poi è chi si spende con innato sacrificio a pagarne le conseguenze?”.
Conclude Nardella “Allo stato di agitazione seguiranno ben altre e più incisive manifestazioni di protesta non ultimo lo sciopero della fame proprio dell’astensione alla mensa di servizio”.