Chieti. Mercoledì 15 maggio alle ore 21.00 al Teatro Marrucino di Chieti andrà in scena “Per insopportabile amore”, uno spettacolo di grande impatto emotivo che si avvale della magistrale regia di Claudio Di Scanno e dell’interpretazione come sempre intensa di Susanna Costaglione.
Risultato di un percorso laboratoriale che il noto regista e l’attrice hanno tenuto per gli studenti del Corso di Studi in Lettere dell’Università “G. d’Annunzio” di Chieti-Pescara, l’evento, curato dai docenti Antonella Di Nallo, Patrizio Domenicucci e Leonardo Spinelli, si inscrive nell’ambito di una rilevante attività di sviluppo delle discipline dello spettacolo che il Dipartimento di Lettere, Arti e Scienze Sociali da qualche anno sta promuovendo con successo.
Il coinvolgimento di professionisti dello spettacolo e la collaborazione con il Marrucino, che mette a disposizione dell’università uno splendido “palcoscenico”, offrono ai giovani studenti la grande opportunità di confrontarsi concretamente con il mondo del teatro. Per insopportabile amore è incentrato sul tema del sacro, un polittico – come suggerisce l’immagine in locandina – costruito attraverso tre momenti significativi della tradizione teatrale europea: la tragedia greca (Prometeo incatenato di Eschilo), la letteratura religiosa medievale (Donna de Paradiso di Iacopone da Todi) e la scrittura rivoluzionaria e simbolica di Aleksandr Blok.
Un suggestivo percorso drammaturgico dominato dal tema dell’amore per l’uomo, condotto fino alle estreme conseguenze. Su questo itinerario, lineare ma al contempo complesso, Claudio Di Scanno ha costruito una drammaturgia scritta in progress sul corpo di Susanna Costaglione e dei giovani allievi universitari; essi sono
prima il coro della tragedia greca, poi il popolo/folla che condanna e contiene il dolore della Madonna, e infine i dodici apostoli dell’ottobre rosso.
«Saranno loro, gli studenti – scrive Di Scanno – l’energia di legame tra i grandi personaggi evocati nella drammaturgia! Saranno loro a marciare compatti in un finale che forse, nella disillusione, ha ancora la forza di affermare il diritto all’amore per l’uomo. Niente scenografie, pochi oggetti di scena, solo l’energia sorridente
degli studenti che “danzano” la loro innocenza giovanile intorno alla presenza evocatrice di un’attrice immensa.
E tra loro il feticcio premonitore, quasi una divinità scarnificata dall’illusione della carne immortale. A Gaza adesso la Madre è chinata sul corpo insanguinato del figlio bambino dilaniato dalle bombe dell’assurdità. Immagini concrete, non c’è bisogno di originalità».