Pescara. La ceramica abruzzese, compresa quella popolare, costituisce una delle migliori tradizioni artigianali regionali, oggetto ancor oggi di attività imprenditoriali che caratterizzano la nostra terra. Nel 2000, a seguito degli scavi effettuati a Castelli dall’Archeoclub di Pescara, che portarono alla riscoperta ed al recupero della prestigiosa produzione figulina rinascimentale, la Fondazione Genti d’Abruzzo istituì il “Centro Studi Ceramici” con l’obiettivo di costituire un luogo di raccolta, organizzazione e catalogazione di reperti ceramici e mezzo di confronto, ricerca, promozione e coordinamento degli studi nel campo della ceramica abruzzese di ogni epoca. Per una serie di motivi, anche logistici, il Centro subì un lungo periodo di chiusura ed è stato ricostituito dall’attuale consiglio di amministrazione che ne ha affidato la gestione all’Archeoclub di Pescara.
La sua prima attività in collaborazione con il M.A.C.A. (Museo dell’artigianato Ceramico Abruzzese) di Pianella, si concretizza nello studio, nell’edizione cartacea di un quaderno e di una mostra che ha per oggetto la presentazione di un’inedita produzione di una fornace di Torre de’ Passeri, i cui materiali furono recuperati dall’Archeoclub di Pescara, circa trenta anni fa. Venerdì 10 maggio, alle ore 17 è stata inaugurata presso la sala esposizione della Fondazione Pescarabruzzo in Corso Umberto 87 i risultati di questa interessante ricerca attraverso una mostra dal titolo “La produzione ceramica in Abruzzo Nell’ottocento. La fornace di Vico San Rocco in Torre de’ Passeri”.
Con l’occasione i curatori Diego Troiano, Enrico Siena, Giulio de Collibus e Martina Pantaleo per ambiti diversi, hanno mostrato in primis le fasi relative al rinvenimento ed al recupero dei materiali; la datazione precisa del contesto di riempimento della struttura: un forno a respiro di tipo castellano sicuramente settecentesco e della grotticella attigua fino alla serializzazione di tutte le classi
rinvenute.
Saranno esposte le maioliche con un’accurata divisione per decori ed un’esatta datazione
Non mancheranno gli oggetti di fornace come resti di stampi in gesso, chiodini e caselle per la cottura di forme aperte, e non mancano gli scarti di cottura come i biscotti, gli oggetti smaltati ma privi di seconda cottura, gli oggetti deformati in fornace per il mancato equilibrio del calore.