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Proteste e tessere elettorali bruciate, i cittadini dicono no a chiusura guardie mediche

Redazione Centrale di Redazione Centrale
28 Novembre 2014
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L’Aquila. Dal primo dicembre in provincia dell’Aquila chiudono le guardie mediche di Barisciano, Pizzoli, Campo di Giove, e Gioia dei Marsi. La disposizione è della Asl in attuazione di una delibera dell’ex commissario per la sanità, Gianni Chiodi, in ottemperanza di una proposta di accorpamento generata dalla necessità di tagliare i costi in una regione sottoposta al piano di rientro per l’eccessivo debito nel comparto. Le guardie mediche passano da 25 a 21 con i medici che passano da 112 a 88: risparmio stimato circa un milione di euro che la Regione ha intenzione di reinvestire in altre iniziative per evitare disagi. Ma le misure non hanno soddisfatto gli abitanti di Campo di Giove che martedì scorso si sono resi protagonisti di un sit in davanti a palazzo dell’Emiciclo, dove era in programma una seduta del consiglio regionale: durante la protesta sono state bruciate e gettate oltre i cancelli le schede elettorali. Sulla chiusura c’era già stata una serie di proroghe: l’ultima dal 31 ottobre al 30 novembre. Sguardia-medicaecondo quanto si è appreso, la Asl ha sopperito alla chiusura delle guardie mediche, tra le altre cose, con l’attivazione di sette nuove postazioni di 118 e, prossimamente, dell’attivazione del “numero unico per la continuità assistenziale”. L’assessore regionale alla sanità Silvio Paolucci in un incontro con una delegazione ha confermato la decisione di chiudere ma ha proposto come alternativa un’ambulanza della Croce Rossa Italiana con autista e infermiere durante il periodo notturno e nei giorni festivi mentre l’assistenza medica sarà garantita solo come guardia medica turistica per sei mesi l’anno. Una proposta ritenuta ricevibile solo dal sindaco, Giovanni Di Mascio e non dai manifestanti. “Siamo un comune montano – ha spiegato Alessandra Colantoni – ci sono condizioni climatiche difficili, ora il presidio medico più vicino sarà ora distante 17 chilometri, a Sulmona. E per arrivarci in inverno con la neve e il giaccio ci vorrà quasi un’ora. La nostra guardia medica offriva un servizio essenziale per tante persone anziane che hanno difficoltà spostarsi dal paese ed hanno bisogno di consultarsi spesso con un medico, e non solo di interventi di emergenza. Siamo molto delusi di politici che ci rappresentano, la guardia medica costa 170 mila euro l’anno”.

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