L’Aquila. “Ringraziamo le tantissime persone che ci sono state vicine nella tragedia che ha colpito la nostra famiglia per la scomparsa, improvvisa e prematura, del nostro amatissimo Giuseppe”. Così i parenti del 47enne imprenditore aquilano, grande appassionato di sport e di montagna, scomparso il 25 aprile scorso sul Gran Sasso d’Italia per un malore che lo ha colto mentre con la tavola da sci stava tornando a valle dopo che aveva deciso di interrompere una traversata da Campo Imperatore, nel versante aquilano, a Prati di Tivo, in quello teramano, per problemi allo stomaco. A ringraziare “per le manifestazioni di affetto verso Giuseppe e nella condivisione dell’immane dolore della famiglia”, sono in particolare la moglie Sara e la figlia, la piccola Michelle, la mamma Ivana, i fratelli Domenico e Christian, con Giuseppe gestori dell’autodemolizione San Vittorino, oltre ai nipoti.
I parenti dello sfortunato imprenditore fanno riferimento “al fiume di gente commossa, addolorata e incredula” che ha voluto testimoniare vicinanza e solidarietà sia all’obitorio dell’ospedale dell’Aquila dove è stata composta la salma, ma soprattutto alla “folla straripante” che ha partecipato ai funerali di sabato pomeriggio nella chiesa di Santo Stefano di Pizzoli. “Il nostro è un dolore lancinante”, concludono i più stretti congiunti del 47enne imprenditore, “la perdita di Giuseppe non sarà colmabile, ma il grande affetto che gli è stato riservato da migliaia di persone e la solidarietà nei nostri confronti, può costituire una delle motivazioni ad andare avanti nella memoria del nostro Giuseppe e dei suoi valori, in primis quello dell’unione della famiglia, insegnamenti per far crescere ed educare i più piccoli, a partire da Michelle”. L’autopsia ha stabilito la morte naturale, sull’accaduto è stata aperta una inchiesta da parte della procura della repubblica dell’Aquila.