Pescara. “Ci sono diverse ragioni del fallimento: nessuno si deve tirare fuori sulle responsabilità, in primis la Regione Abruzzo perché quell’impianto è una struttura vecchia che spende più del 70% sulle utenze, gas, luce e acqua. Più volte è stato richiesto alla Regione, quando ero amministratore e presidente del consiglio di amministrazione, di intervenire all’interno dell’impianto.
Le risposte sono sempre state vaghe o non ci sono state, quindi mi sono ritrovato in una situazione di difficoltà nonostante la riduzione dei costi che ho potuto fare nella gestione di quei dieci mesi in cui sono stato presidente”. A spiegare le ragioni del fallimento della Progetto Sport Gestione Impianti è, nel corso di una conferenza stampa, il presidente di Sportlife, Vincenzo Serraiocco, che era stato alla guida della società dichiarata fallita il 24 aprile fino ai primi giorni dello scorso mese di gennaio. “Sulla questione del fallimento, sulla questione della chiusura delle Naiadi, Serraiocco e Sportlife non c’entrano nulla – ha sottolineato – come ieri è stato ribadito dalla Mariani, oggi curatore.
La Sportlife dall’8 di aprile è stata tirata fuori dall’impianto delle Naiadi con una diffida da parte dell’amministratore unico di Progetto Sport Gestione Impianti Livio Di Bartolomeo, questi sono i fatti e i dati”. Serraiocco però punta a gestire nuovamente l’impianto, confidando nell’affidamento della gestione temporanea fino al 31 luglio 2020, per la quale è stata espletata una gara dalla Regione Abruzzo.
“Abbiamo partecipato insieme ad altri quando c’è stato il bando della Regione come Sportlife, nella compagine societaria ci sono io e Alessandro Sarni: vigilerò affinché questo bando sia portato il più presto possibile a compimento e che siano date le pari opportunità a tutti”.