L’Aquila. Arriva a Piazza Duomo la protesta cittadina contro la sentenza “Grandi Rischi”. Dopo il presidio nella Villa Comunale del 13 Novembre, gli aquilani sono tornati in piazza, in una fredda domenica pomeriggio. “Il potere ordina, la scienza obbedisce, la legge… assolve” si legge in uno slogan. Stavolta niente politici, solo persone comuni a stringersi intorno ai familiari di alcune delle vittime del sisma.
Un semplice palchetto, rivestito di un tessuto nero-verde, ha ospitato le parole di chi, tra i presenti, è riuscito a vincere la timidezza e l’emozione: racconti di vita vissuta nel sisma, brevi pensieri, poesie di dolore e di riscatto, ma anche tanta rabbia per una sentenza il cui esito sembra aver spiazzato tutti.
“La città è vicina con il cuore ai familiari delle vittime” ha affermato l’organizzatore dell’evento Alessio Ciccone nel suo intervento iniziale, aggiungendo che “la sentenza non rende giustizia alla città”. Ha inoltre sottolineato quanto sia importante la solidarietà all’interno della comunità in momenti difficili come questo.
Anche lo scienziato Giampaolo Giuliani, noto per le sue dichiarazioni sulla possibile prevedibilità dei terremoti (e ospite a sorpresa), ha sottolineato quest’aspetto. Pur avendo infatti duramente condannato i sette scienziati, accusandoli di aver rassicurato la popolazione senza avere alcuna base scientifica, ha poi invitato i cittadini ad abbandonare i rancori e restare uniti.
Tra le varie associazioni, i ragazzi di “3e32” e gli ultras aquilani di “Red Blue Eagles” sono accorsi numerosi con cori e striscioni: il rappresentante dei primi, Alessandro Tettamanti, ha ribadito il valore della protesta e, assimilando questo processo ai casi “Eternit” e “Thomas Cucchi”, ha ribadito che chi abbia delle responsabilità deve pagare. Diego Renzi