Un’interrogazione in commissione Tesoro e Finanze al ministro dell’Economia, Giovanni Tria, per sapere se e come il governo intenda dare seguito all’ordine del giorno accolto il 13 dicembre scorso che impegnava l’esecutivo a valutare l’opportunità di adottare ogni iniziativa, anche normativa nel prossimo provvedimento utile, finalizzata a gestire fiscalmente i territori del 1° e 2° cratere 2009 e anni successivi (2016 e 2017) per un periodo non inferiore a 20 anni alla stessa stregua del Comune frontaliero di Livigno.
L’istanza è stata presentata da un gruppo di parlamentari e vede come primo firmatario il deputato abruzzese Antonio Martino, capogruppo di Forza Italia in commissione Tesoro e Finanze. Nel documento si pone l’accento su situazioni di profondo disagio che riguardano i territori colpiti da eventi sismici negli anni passati come l’Abruzzo rispetto ai quali sarebbe opportuno intervenire al fine di favorire lo sviluppo economico e la ripresa produttiva. “In sostanza, i territori saranno considerati porto franco con l’esenzione, totale o parziale, dell’Iva e delle accise in modo da attrarre grandi aziende ed investimenti in territori in cerca da tempo del rilancio dopo i terremoti – spiega Martino -. Basta con le chiacchiere, questa iniziativa è una delle pochissime soluzioni serie e concrete. Il governo mantenga gli impegni e agisca, c’è la possibilità di inserire la norma nel Def che si discuterà nei prossimi giorni, per dare un segnale chiaro, nel decennale del sisma dell’Aquila del 2009, a tanta gente che ha sofferto e ancora soffre molto, quindi è anche una buona occasione simbolica”.
Nel testo dell’interrogazione si citano i casi positivi dei terremoti del 2012, in particolare in Emilia Romagna, sottolineando “che in occasione della conversione in legge del decreto n.119 del 2018 recante disposizioni urgenti in materia fiscale e finanziaria, è stato accolto l’ordine del giorno n. 9/01408/012 nell’ambito del quale si evidenziava che il provvedimento riguardava anche gli eventi sismici del 2012, essendo stata introdotta nel corso dell’esame presso il Senato una disposizione con cui si prevede che i finanziamenti agevolati in favore di imprese agricole ed agroindustriali, di cui ai provvedimenti dei presidenti delle regioni Emilia-Romagna, Lombardia e Veneto, sono erogati dalle banche sul conto corrente bancario vincolato intestato al relativo beneficiario, in
un’unica soluzione entro il 31 dicembre 2018, e posti in ammortamento a decorrere dalla data di
erogazione degli stessi”.
“Alla stessa data del 31 dicembre 2018, matura in capo al beneficiario del finanziamento il credito
di imposta – fanno osservare i deputati nell’interrogazione – che è contestualmente ceduto alla banca finanziatrice e calcolato sommando alla sorte capitale gli interessi dovuti, nonché le spese una tantum strettamente necessarie alla gestione del medesimo finanziamento. Le somme depositate sui conti correnti bancari vincolati di cui alla disposizione in esame sono utilizzabili sulla base degli stati di avanzamento lavori entro la data di scadenza indicata nei provvedimenti di cui al primo periodo e comunque entro e non oltre il 31 dicembre 2020” spiegano Martino e gli altri deputati azzurri firmatari: Giacomoni, Bignami, Baratto, Benigni, Cattaneo e Angelucci.