In Abruzzo la costa ha un peso economico importante. Con i suoi circa 150 km di litorale e i numerosi porti che affacciano sull’Adriatico, il mercato della nautica è sempre stato uno dei motori dell’economia locale. Ormai da un quinquennio il mercato dei natanti in Italia sta vivendo un periodo di significativa ripresa, al pari di quasi tutti i paesi del Mediterraneo. Già nel 2014, infatti, la vendita di imbarcazioni aveva fatto registrare un’improvvisa impennata in avanti, dopo un lungo periodo di recessione dovuto anche alla diminuzione del potere d’acquisto degli italiani (specialmente quelli appartenenti alla cosiddetta fascia media di reddito) dopo la crisi del 2008, e alla conseguente contrazione del mercato. La vera svolta si è avuta però nel 2017. I numeri, da questo punto di vista, non mentono: la produzione cantieristica è aumentata del 13% e il fatturato del 19%, delineando cifre ancora lontane dal periodo d’oro pre-2008 ma comunque lusinghiere; soprattutto se si considera lo stato pre-comatoso di questo peculiare settore del mercato negli anni più acuti della crisi.
Il 2018 non ha fatto altro che confermare il trend positivo, ormai per il quinto anno di seguito. Infatti, pur essendo ancora in una fase di preconsuntivo (i numeri ufficiali sono ancora in via di elaborazione, e verranno resi noti verosimilmente entro la metà del 2019), i primi dati di vendita forniti dalle principali aziende del settore presentano tutti un segno positivo: il 63% degli operatori sul mercato nautico indica degli aumenti di fatturato superiori al 5%, parametro generalmente considerato come un indicatore del successo di un’impresa. Più in generale, tutte le aziende – comprese quelle che hanno fatto registrare un aumento del fatturato sotto la soglia del 5% – guardano al 2019 come a un anno di ulteriore consolidamento, pur manifestando una generale prudenza. Certo, per avere un quadro più preciso bisognerà attendere la primavera inoltrata e i primi dati di vendita relativi all’alta stagione. Ma dal momento che nessuna realtà industriale è incline a dispensare slanci di ottimismo senza solide basi analitiche, tutto fa supporre che le previsioni di successo siano destinate a trovare riscontro nella realtà.
Ma quali sono le cause che hanno determinato questa imprevista quanto repentina ripresa del mercato nautico? Consideriamo innanzitutto due fattori.
- Non si tratta di un fuoco di paglia, essendo ormai un fenomeno consolidato da più di un lustro.
- Non si tratta di un fenomeno dovuto a un aumento del potere di acquisto degli italiani, il quale al contrario, dal 2014 a oggi, è ulteriormente diminuito.
Pertanto, siamo in presenza di un fenomeno di razionalizzazione delle risorse e degli investimenti da parte degli italiani, che ha permesso a una significativa parte di popolazione di tornare a spendere per l’acquisto di beni un tempo ritenuti tra i più appetibili tra quelli non di prima necessità, e per un certo periodo relegati nelle retrovie per ragioni meramente finanziarie. In altre parole, l’Italia non si è mai disamorata del mondo della nautica: si è semplicemente imposta di trascurarlo per timore di non potersi più permettere certi lussi.
Escluse pertanto, le ipotesi dell’effimero ritorno di fiamma e dell’impennata di ricchezza dei potenziali acquirenti, le cause del nuovo periodo d’oro del mercato dei natanti vanno ricercate altrove. Ad esempio nella disponibilità di nuovi mezzi e sistemi di acquisto, in grado di rendere più fluide la ricerca, la trattativa e la transazione economica.
Sotto questo punto di vista, il mercato nautico si è mostrato ben più elastico, intuitivo e lungimirante di quello immobiliare, con cui pure condivide più di aspetto operativo. La proliferazione di siti Internet dedicati alla compravendita di barche e affini è forse la spia più significativa di tale attitudine. Di sicuro, con l’ingresso sul mercato telematico italiano di un soggetto come Youboat (portale internazionale dedicato alla compravendita di imbarcazioni, già leader del settore in paesi come la Francia) le abitudine di potenziali acquirenti e/o semplici appassionati sono cambiate radicalmente nel giro di pochissimo tempo. E se fino a qualche anno fa l’appassionato di vela o di navigazione in generale era costretto a migrare fra una fiera specializzata e un salone nautico per mantenersi aggiornato sulle ultime novità del settore, oggi gli basta navigare fra le centinaia di annunci di barche a motore e a vela su Youboat Italia per avere un quadro decisamente esaustivo dello stato di salute, dei trend e delle novità del mercato.
Inoltre, malgrado Youboat mantenga una solida leadership come hub telematico delle imbarcazioni, numerosi altri soggetti si sono affacciati sul web con l’intento di sfruttare questo rinnovato interesse di appassionati, acquirenti e investitori. Tutto ciò non fa altro che dinamizzare e vivificare il mercato, rendendolo più liquido e, di conseguenza, più interessante anche per i non addetti ai lavori.
Insomma, a fare le fortune della nautica in Italia in questo scorcio di Terzo Millennio sono soprattutto Internet e un mercato più liquido e smart, aperto anche ai neofiti: d’altronde, questo è uno degli effetti collaterali più piacevoli del trasferimento in blocco delle transazioni sul web. Basteranno questi elementi a recuperare, passo dopo passo, i volumi d’affari antecedenti al 2008? La risposta, probabilmente, entro il prossimo quinquennio.