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Scelgono le vittime e offrono posti di lavoro fantasma all’università, cinque arresti

Redazione Centrale di Redazione Centrale
14 Novembre 2014
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Chieti. Promettevano posti di lavoro fantasma presso l’Universita’ “Gabriele D’Annunzio di Chieti – Pescara millantando conoscenze con note personalita’ del settore e falsificando i relativi documenti necessari per far credere alle vittime di aver avviato le procedure. In manette, in esecuzione di 5 ordinanze di custodia cautelare in regime di arresti domiciliari con le accuse di millantato credito, sostituzione di persona, falso in scrittura privata e truffa sono finiti: Patrizia Marino, 55 anni, impiegata Asl di Ortona (Chieti) che aveva il compito di procacciare le vittime; Pamela Magno, 32 anni, disoccupata di Ortona, figlia della Marino. Secondo quanto emerso, assegnava compiti e ruoli agli altri complici, redigeva di proprio pugno false scritture private, si sostituiva a persone realmente esistenti o immaginarie, millantando anche conoscenze idownloadnfluenti all’interno dell’ateneo. Misura cautelare anche per Marco Marino, 54 anni, disoccupato di Ortona, fratello di Patrizia; Luciano Di Odoardo, 69 anni, di Ortona, dirigente dell’Arta di Pescara, probabile ideatore del sistema. Utilizzava la propria autorevolezza per dare spessore alle promesse, seguiva con attenzione l’evolversi degli eventi, dando consigli e disposizioni direttamente alla Marino; Maria Concetta Vadini, 55 anni, si sostituiva telefonicamente a persone reali o immaginarie, millantando influenti conoscenze all’interno dell’Universita’ e recitando, di volta in volta, le parti che le venivano assegnate principalmente dalla figlia dell’impiegata della Asl. Denunciati, invece, il dipendente della Asl responsabile della mensa dell’Ospedale “SS. Annunziata” di Chieti che partecipava all’opera di convincimento delle vittime garantendo il buon fine delle trattative, e il figlio della Vadini che si sostituiva telefonicamente a persone reali o immaginarie eseguendo, di volta in volta, le disposizioni impartitegli da Pamela Magno. I provvedimenti restrittivi sono stati emessi dal gip Paolo Di Geronimo su richiesta del sostituto procuratore di Chieti, Giuseppe Falasca. L’indagine e’ scaturita dalla denuncia presentata da una coppia di genitori che, in 2 anni, aveva consegnato alla Marino, in piu’ soluzioni, circa 25mila euro necessaria, a detta della donna e dei suoi complici, per remunerare personaggi di spicco dell’ateneo che avrebbero dovuto seguire le pratiche di assunzione delle loro figlie. Le indagini svolte dai carabinieri della Stazione di Chieti Scalo e del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Chieti hanno permesso di individuare altre 15 vittime del raggiro che, secondo quanto emerso sino ad ora, avrebbe fruttato ai truffatori un guadagno superiore agli 80mila euro. Il sistema si basava sul rapporto di fiducia gia’ esistente tra le vittime e gli indagati i quali, facendo leva sullo stato di bisogno dei malcapitati promettevano posti di lavoro principalmente presso l’Universita’ di Chieti – Pescara, millantando la conoscenza di personaggi di spicco. Oltre a produrre atti, contrassegni e valori contraffatti riportanti loghi, nominativi e firme dell’ateneo, spesso i truffatori procuravano alle vittime anche contatti telefonici con gli ipotetici personaggi di spicco che altro non erano che loro complici. Nel corso delle indagini sono stati rinvenuti e sequestrati falsi contratti di lavoro, tesserini contraffatti dell’Universita’, falsi assegni riportanti l’intestazione dell’Universita’, ripresi i luoghi dove sono avvenute alcune cessioni di denaro, percepite dalla Magnoche che si presentava come dipendente dell’Universita’ con funzioni tali da poter influire sulla dirigenza stessa.

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