Pescara. Oggi, 29 gennaio, Pescara ha voluto rendere omaggio alla figura del giudice Emilio Alessandrini, ucciso nel 1979 da un commando del gruppo terroristico Prima Linea mentre si stava recando al Palazzo di Giustizia di Milano, delitto rivendicato con una telefonata alla redazione del quotidiano La Repubblica.
Stamani, in piazza Unione, si è svolta la prima parte della ricorrenza. Successivamente, la commemorazione si è spostata al Teatro Massimo: è stato proiettato un filmato storico su quegli anni difficili, i tristemente noti “anni di piombo”, in cui sono state ricordate le vittime del terrorismo, note e meno note, attraverso la delicata metafora delle nuvole, eternata dalle parole dell’ex commissario di Polizia Ennio Di Francesco.
Profondamente commossi alcuni compagni di scuola e colleghi del giudice.
Due alunni delle scuole pescaresi hanno letto delle poesie emozionanti, tra cui una sull’amicizia, interpretata magistralmente da uno studente della classe III D del liceo classico, Davide Iengo. Bellissimo anche il momento in cui sono stati recitati dei versi da una piccola allieva di Ari, indirizzati idealmente agli assassini del magistrato.
Un video ha ripercorso la vita di Emilio Alessandrini che, tra l’altro, ha conseguito la maturità classica nel 1960 proprio a Pescara, sua provincia natale.
Si è esibita la Banda della Polizia di Stato, che ha portato colore e maestria con le colonne sonore dei film più celebri e le note dei compositori più famosi.
Presenti le autorità civili e militari: in primis, il figlio del magistrato, Marco, oggi sindaco del capoluogo adriatico che, all’epoca del tragico fatto, aveva solo 8 anni, accompagnato da vari consiglieri del Comune; poi il Comandante Provinciale dei Carabinieri, il dott. Riscaldati, il Questore di Pescara, dott. Misiti, il Prefetto Gerardina Basilicata, vari funzionari della questura e gli allievi agenti che frequentano il corso nella scuola di Pescara.


