L’Aquila. “Apprendo dagli organi di stampa che il nome del candidato presidente dell’Abruzzo del centro sinistra Giovanni Legnini è finito sull’agenda dell’imprenditore Luigi Dagostino, accusato di corruzione in atti giudiziari. Accusa che ha portato gli inquirenti di Lecce a procedere all’arresto dei magistrati del Tribunale di Roma Antonio Savasta e Michele Nardi. Le smentite e le prese di distanza di facciata che leggiamo sui canali social di Legnini non bastano più a nessuno”. Si esprime così il candidato presidente alla regione Abruzzo del Movimento 5 Stelle Sara Marcozzi in merito alle ultime notizie su Legnini.
“Tutte questioni che lascerebbero intendere una commistione tra politica e istituzioni gravissima”, precisa la Marcozzi, “ossia il superamento disinvolto e sistematico del principio di separazione tra i poteri, uno dei principi fondamentali dello stato di diritto e della democrazia liberale. Il tutto mentre il candidato di centrosinistra continua a recitare, come una nenia, gli slogan sul cambiamento, sulla novità o l’aria nuova. La realtà è che ha ricandidato con se tutta la giunta regionale D’Alfonso, nel segno della più totale continuità nei modi e nelle persone”.
“Legnini rappresenta in tutto e per tutto l’ancien règime che si nasconde dietro a liste civiche”, conclude il candidato presidente dei 5 Stelle, “che col civismo non hanno niente a che fare. Gli abruzzesi meritano di più di questa continua pantomima e sono sicura che il 10 febbraio lo dimostreranno nelle urne”.


