L’Aquila. “Come Forza Italia siamo assolutamente convinti di essere i protagonisti dell’area moderata della coalizione di centrodestra”. E’ quanto affermato ai microfoni di Abruzzolive da Emilio Iampieri, candidato con gli azzurri alle regionali del 10 febbraio.
“Il mio impegno per la prossima legislatura è teso a creare un riequilibrio dell’Abruzzo, tagliando la distanza tra aree interne e zone costiere. Riguardo a questo aspetto D’Alfonso ha acuito la dicotomia tra le due zone della regione”.
“Urge riequilibrare l’intero Abruzzo, riappropriarsi di funzioni che sono state portate a Pescara come, ad esempio, gli uffici regionali. D’Alfonso ha fatto solo gli interessi dell’area costiere, approfittandosi della difficoltà post terremoto che L’Aquila ha avuto. Dobbiamo ripartire dalla formazione culturale, burocratica e amministrativa nel capoluogo per estenderla alla Marsica e Valle Peligna”.
“Riguardo la Marsica e la Valle Peligna è fondamentale seguire l’esempio dell’Alto Sangro che cresce grazie al turismo di qualità. E’ questo, quindi, un modello da ricalcare. Si devono sostenere gli stabilimenti, le aree industriali, le aziende dell’intera provincia aquilana. Sulmona è una città depressa e questo non è possibile, va sostenuta”.
“La regione è un organismo in cui presidente e giunta hanno potere enorme. D’Alfonso ha fatto si che consiglio e giunta non contassero, però. E’ stato un presidente padrone che ha gestito come meglio voleva l’apparato regionale. Ha accelerato lo squilibrio tra aree interne e costiere”
“Marsilio saprà ascoltare il grido d’allarme aree interne. L’area costiere non deve crescere a discapito di queste ultime. L’Aquila, come capoluogo di regione deve ripartire. Pescara è un capoluogo da un punto di vista commerciale. Sono modelli di sviluppo diversi e che devono crescere secondo le rispettive peculiarità”.
“Personalmente ora ho esperienza per incidere. Il mio impegno sarà legato a riequilibrare aree interne. Se continuiamo così il 90% degli abitanti entro 10 anni sarà andato via e relegheremo la nostra terra a niente e poco più. Senza equilibrio l’Abruzzo non regge. Va fatto tutto entro cinque anni ma serve una classe politica esperta e che crede in questo grido d’allarme”, ha concluso.