L’Aquila. Massimo Cialente, due volte sindaco dell’Aquila e uomo politico di lungo corso fa il punto della situazione e individua in Giovanni Legnini il candidato giusto, al momento giusto, per dare lustro all’Abruzzo e far ripartire una macchina – quella dell’amministrazione regionale – che sembra a corto di benzina.
“Conosco Giovanni Legnini da tantissimi anni. Il mio percorso da deputato è stato parallelo al suo in Senato. Ho visto una crescita politica e di competenza che mi ha davvero sorpreso. Entrò al Senato andando subito in commissione bilancio e devo dire che ha fatto una grande carriera politica, intesa come identificazione di un grande servitore dello stato”.
“Dopodiché è stato il nostro sottosegretario responsabile alla ricostruzione ed ha consentito il reperimento dei famosi cinque miliardi. Dalla politica passò al Csm dove ha occupato un ruolo centrale. Credo sia stato uno tra i migliori in assoluto. Adesso torna in Abruzzo con una figura istituzionale, più che politica, estremamente consolidata. Credo sia veramente l’unica soluzione per l’Abruzzo”.
Per Cialente uno tra i principali problemi abruzzesi è l’assenza di peso politico in Parlamento, ecco perché insiste sulla necessità di avere “figure di grande prestigio che interpretino la politica attuale in maniera molto moderna, attraverso progetti strategici e coinvolgimenti di svariate personalità. Ritengo sia l’unica soluzione per la crisi drammatica in cui versa la regione”.
Tra le urgenze che il prossimo governatore dovrà affrontare vi sarà quella delle aree interne, ormai sempre più distanti da quelle costiere. “Le nostre zone interne rientrano in una questione ancora più drammatica che io definisco “la grande questione italiana”, ossia la grande questione appenninica. Servono politici di grande respiro capaci di legarsi a figure prestigiose che delle necessità abruzzesi ne facciano un tema nazionale”.
Sull’operato della giunta regionale uscente, Cialente ha le idee molto chiare: “la giunta uscente ha fatto molto su alcuni questioni i cui effetti si vedranno, purtroppo perché siamo in Italia, tra 5 o 10 anni. Ad esempio sui depuratori e alcune infrastrutture. Si sono avuti risultati importanti sulla terribile situazione sanitaria. Ora si deve andare avanti e, per questo, ci vuole una personalità capace di coinvolgere tutte le forze in campo. Se c’è da fare autocritica per gli errori commessi è da farsi su una certa politica calata dall’alto che, attualmente, non funziona più. Non funziona neanche con il governo attuale”
Per risollevare le sorti di una regione le cui difficoltà sono sotto gli occhi di tutti, la ricetta di Cialente è la seguente: “le grandi scelte che deve compiere l’Abruzzo devono essere condivise con gli amministratori locali e gli attori principali di quei campi cui i cittadini fanno riferimento. Serve una personalità di mediazione a livello caratteriale. Legnini è l’uomo che non ha nemici, tutt’al più avversari. Questo è fondamentale, soprattutto per i tempi che viviamo”.
“Si parla molto di un voto a traino nazionale ma io ho un’idea diversa. Sarà una campagna elettorale breve e caratterizzata anche da condizioni climatiche avverse. Se gli abruzzesi si esprimeranno – come io credo – con un voto locale e ragionato lui partirà in pole position. E’ l’uomo giusto al posto giusto. La politica è fatta di rapporti, di prestigio e autorevolezza. E’ un uomo che conosce profondamente l’Abruzzo”.
In ultimo c’è spazio anche per le vicende legate al Comune dell’Aquila: ” Il problema è questo: la città in questi 18 mesi si è fermata per due fattori: assoluta inesperienza di tutto questo gruppo che ha vinto inaspettatamente e senza un progetto o idee. Poi c’è il fatto che il sindaco non ha grandi rapporti, tolta un’amicizia da sempre con la Meloni. Inoltre, ed è la cosa più grave, la maggioranza non è unita. Quello che sta accadendo in questi giorni è terribile”.
“Alcuni assessori non sono all’altezza e l’assessore alla pianificazione e all’urbanistica non viene mai perché ormai fa il deputato. La città è una fase difficilissima. Sono preoccupato perché se non cambiano passo i prossimi tre anni saranno drammatici. Il governo non c’è anche per la debolezza del deputato di maggioranza. Noi avevamo un deputato dell’opposizione che era Rolli ed era molto forte. Abbiamo avuto un parlamentare importante come la Pezzopane. D’Eramo è un peones, conta poco. Sono molto preoccupato per L’Aquila, lo ammetto”.