Lettori del weekend, il libro consigliato per questo fine settimana ci trasporterà dal freddo abruzzese al clima umido della foresta amazzonica. “La città delle bestie” è un romanzo d’avventura scritto da Isabelle Allende e pubblicato nel 2002. Il protagonista di questa avventura è Alexander (alex) Cold, un quindicenne americano, che con la sua stravagante nonna Kate si troverà alla ricerca di una misteriosa creatura nel cuore dell’Amazzonia. A causa della malattia oncologica della mamma, Alex è stato affidato alle cure della nonna che, però, non rappresenta lo stereotipo della classica nonna tranquilla e sempre in cucina.
Kate infatti è una famosa giornalista sempre in viaggio, che vive in maniera spartana e non si spaventa davanti a nulla. I due si trasferiscono per tre mesi dalle strade newyorkesi ai sentieri di una foresta ricca di misteri.
Secondo le leggende indios la bestia, di cui sono alla ricerca, emana un odore fortissimo e terrorizza da secoli, con le sue dimensioni, le popolazioni locali. Kate e Alex partono insieme ad un gruppo di personaggi singolari per questa spedizione commissionata dall’International Geographic. Oltre a cercare la bestia il gruppo si occuperà anche di somministrare dei vaccini agli indios, o così era stato inizialmente programmato…
Figura chiave che accompagnerà Alex nel suo viaggio è la co protagonista Nadia Santos. La tredicenne, figlia della guida brasiliana, è l’opposto rispetto al ragazzo americano, fin da piccola ha imparato a muoversi nella foresta Amazzonica e a parlare con gli sciamani. La caratteristica che la distingue è la scimmia che porta sempre sulla spalla come animale da compagnia. I due sono vittime di un imprevisto e vengono rapiti dalla tribù Indios dove comprendono fino in fondo le vere intenzioni della spedizione.
Un romanzo molto avvincente, il personaggio che mi è piaciuto di più è nonna Kate: unica nel suo stile e sempre pronta davanti a nuove sfide. La citazione del libro che ho apprezzato di più è attribuita a lei:” con l’età si acquista una certa umiltà. Più invecchio e più mi sento ignorante”. Francesca Salvati.