Pescara. E’ un fiume in piena Luciano D’Alfonso, ex sindaco di Pescara e candidato super favorito alle primarie del centrosinistra per la scelta dell’uomo giusto per sfidare Gianni Chiodi alle prossime elezioni regionali. “Non è giusto dare una rappresentazione pornografica degli atti processuali”. Così ha detto D’Alfonso in merito alla pagina che “Il fatto quotidiano” nei giorni scorsi ha dedicato alle sue vicende giudiziarie con un titolo forte che fa tornare alla mente i periodi più bui della storia politica del nostro Paese: “D’Alfonso&politica tutto a scrocco e solo in contanti” con particolari riferimenti al fatto che dai conti bancari di uno dei principali esponenti del Pd e dei suoi familiari non sia uscito un euro per troppi anni. Prova, secondo l’accusa, che spendevano in contanti i proventi della mazzette ottenuti in un epoca che diremo di corruzione permanente. La notizia è rimbalzata da un quotidiano all’altro e in poco tempo ha fatto il pieno di commenti anche sul web. D’Alfonso ribatte e dice: “Ho conosciuto attività di accertamento su ogni momento della mia vita, ho contato nove processi, tutti finiti con assoluzioni perchè il fatto non sussiste. Rimane la contestazione – ha ricordato – fatta dal pm davanti al Tribunale di Pescara per il cosiddetto processo Mare-monti”. Continua e sottolinea che: “Uno di questi processi ha interrotto violentemente un mandato sancito dai cittadini: nel 2008 fui riconfermato sindaco di Pescara con una grande maggioranza e dopo sei mesi mi fu impedito di esercitare la mia funzione. Un anno fa fui assolto da tutte le accuse”. In tutto questo tempo, ha aggiunto, “non ho mai parlato di processi, ho sempre collaborato con le autorità, mai sottraendomi a chi mi doveva giudicare. Non ho mai detto nulla sugli inquirenti, e mi sono sottoposto al giudizio dei cittadini anche quando era già in essere un’attività di indagine su di me”. Non è la prima occasione in cui D’Alfonso finisce sulle cronache nazionali, ma lui non resta a guardare. “Già una volta – ha detto lui stesso – una testata fu condannata a versarmi 120mila euro”. Da oggi – ha annunciato – “darò vita ad una provvista finanziaria per le opere pubbliche con i risarcimenti ottenuti da chi da’ letture pornografiche delle sentenze che mi riguardano. Per parte mia, non ho mai citato un mio avversario per i problemi giudiziari che ha avuto. Parlerò di Abruzzo perchè voglio discutere di temi, ma non pretenderò che i miei competitori facciano lo stesso”. Il candidato alle primarie ha sollecitato un confronto “nel merito delle questioni che interessano davvero gli abruzzesi” e ha annunciato che pubblicherà i nomi di chi finanzierà la sua campagna elettorale. E’ molto motivato l’ex sindaco di Pescara ed è pronto ad affrontare la lunga campagna elettorale forte dell’entusiasmo che registra anche in questi giorni e conclude: “Ci sarà pure una ragione per cui ho vinto ogni volta che mi sono candidato: quando dico una cosa la faccio, e nei miei giri per l’Abruzzo vedo solo consenso che attende un’urna in cui depositarsi”.