“Durante il servizio”, continua, “una testimonianza di Carlo Iacovella del CAI ha ricordato come il fatto fosse stato denunciato già nel lontano 1991. Da allora, tranne piccolissimi interventi alla base del calanco realizzati all’inizio di questo decennio e rivelatisi del tutto inefficaci e inutili (poi sono stati letteralmente travolti dal fango), non è stato fatto nulla e, come hanno potuto evidenziare le immagini realizzate con il drone da Striscia, i rifiuti continuano a rimanere in bilico sul calanco. Il fenomeno quindi continua ad essere alimentato quando basterebbe un semplice e poco costoso intervento presso le due discariche, raggiungibili tranquillamente da strade asfaltate, per fermare almeno l’ulteriore peggioramento della situazione”.
“Intanto”, si legge nella nota, “dai documenti continuano ad emergere particolari su quelle che appaiono come palesi inadempienze anche più recenti. Infatti, nel faldone delle carte accessibili alla regione è venuto fuori che la Regione Abruzzo, dopo che l’ARTA aveva fin dal 2012 reiteratamente sollevato la questione della messa in sicurezza della falda, con una determina del 25 maggio 2017 (inviata al comune il 6 giugno 2017) aveva chiesto espressamente al Comune di Guardiagrele di: procedere entro il 31/08/2017 (duemiladiciassette) alla Messa in Sicurezza di Emergenza della falda inquinata, che, tra l’altro, interessa le aree retrostanti le discariche, facilmente raggiungibili con strade asfaltate e dove ci sono delle abitazioni; depositare una adeguata garanzia finanziaria entro 30 gg dalla data di ricevimento della Determina (quindi entro luglio 2017);-predisporre un progetto di bonifica entro il 31/08/2017 (duemiladiciassette)”.