Pescara. “Nella riunione odierna svoltasi al Ministero dello Sviluppo Economico sulla drammatica vertenza della Ball Beverage e a cui ha partecipato il Direttore del Dipartimento Attività Produttive della Regione Abruzzo Piergiorgio Tittarelli, l’azienda ha ribadito la totale chiusura già manifestata nei precedenti incontri confermando i licenziamenti a partire dal 25 dicembre”. Lo ha spiegato il vicepresidente della Regione Abruzzo Giovanni Lolli.
“A parte la valutazione profondamente negativa sul loro progetto industriale”, spiega il presidente vicario, “che a tutti gli effetti è una vera e propria delocalizzazione in un paese (la Serbia) al di fuori della Comunità Europea, considero assolutamente inaccettabile l’ostilità e il rifiuto manifestati dall’azienda anche nei confronti di ogni possibile e concreta opera di reindustrializzazione”.
“Perché un sito possa essere reindustrializzato”, rimarca Lolli, “come è già accaduto in altre circostanze – per ultima quella relativa allo stabilimento Honeywell di Atessa – servono almeno tre condizioni: in primis la disponibilità gratuita del sito, ovviamente solo per chi si impegna a rioccupare i lavoratori; misure di sostegno per chi è disposto a reindustrializzare: a tal fine la Regione Abruzzo ha messo a disposizione le risorse degli “Avvisi Garanzia” i Bandi finanziato con circa 15 milioni di euro che offrono incentivi all’assunzione fino a 10.000 per ogni lavoratore riassunto e finanziano la formazione per i lavoratori in Cassa Integrazione, ovviamente quando si conosca la tipologia di progetto industriale”.
“Poi il tempo necessario a individuare e negoziare col soggetto subentrante”, conclude Lolli, “che ovviamente non può avvenire nei 45 giorni della procedura. Ecco perché è indispensabile il ricorso alla Cassa Integrazione che l’azienda tuttora si ostina a negare. Nonostante l’ostilità dell’azienda, e nell’interesse dei lavoratori e del sistema economico abruzzese, continueremo a usare tutti gli strumenti che il diritto, la legge e la democrazia ci offrono per contrastare un atteggiamento che si colloca al di fuori delle relazioni industriali sperimentate in decine di altri casi negli anni passati e che quanto mi riguarda è assolutamente inqualificabile”.