L’Aquila. Le elezioni regionali abruzzesi stanno assumendo sempre più la forma di un countdown. La settimana scorsa, infatti, contavamo sopra a ottanta il numero dei giorni mancanti da qui al dieci febbraio mentre oggi, invece, ci troviamo a ragionare al di sotto di questa stessa cifra.
Questo per dire che ogni giorno è buono per ricevere la notizia che tutti attendono: il nome del candidato di centrodestra.
Ma per Mauro Febbo, consigliere regionale di Forza Italia, l’essere giunti al 29 novembre non è un problema e non rappresenta un ritardo nella scelta del nome da candidare alla presidenza regionale. Raggiunto dai nostri microfoni è intervenuto con le seguenti dichiarazioni:
“No, non siamo in ritardo. Nel 2014 avevamo un candidato uscente e rientrante e, quindi, non abbiamo perso tempo. Nel 2008, quando si vinceva, c’erano tanti candidati: Chiodi, Tancredi, Piccone, Pagano, Tagliente, Di Stefano e altri che, da subito, diedero la loro disponibilità. Decidemmo il candidato trentatre giorni prima della chiusura delle liste, modificando anche l’assetto della coalizione perché l’Udc si fece da parte e decise di andare per conto suo. Oggi siamo a 80 giorni e quindi non siamo in ritardo. Stessa situazione per il centrosinistra. Ciò vuol dire che non siamo in ritardo né noi né loro”.
Il problema, però, è che il nome ancora non c’è. Questo è un dato di fatto. O meglio, Fratelli d’Italia ha ormai sdoganato la famosa triade Marsilio – Foschi – Morra che non piace granché agli alleati di coalizione. I motivi sono ben noti e abbiamo imparato a conoscerli in queste settimane di tira e molla ininterrotto. Che poi, a vederla bene, è più un braccio di ferro che un tira e molla. Tra i papabili candidati è stato fatto il nome di Walter Di Bastiano, primario del reparto di oculistica dell’ospedale di Avezzano ed ex consigliere regionale con la giunta Chiodi, neo acquisto del partito di Giorgia Meloni ed ex esponente di Forza Italia. Lui stesso ha dichiarato di essere disponibile a scendere in campo.
“Quello di Walter Di Bastiano è un nome che ho fatto perché, durante una cena elettorale, parlando con un gruppo di medici ed esponenti della sanità ho spiegato le motivazioni per cui non riteniamo proponibile il nome del cardiologo Foschi. Nulla da dire sulla persona, chiariamolo subito, però ho detto che è una figura che non ha mai fatto politica quindi non garantisce affidabilità in termini di governo della regione”.
“Io ho detto un nome che era già stato proposto. E’ un primario stimato, è una persona per bene, ha fatto il consigliere regionale dal 2008 al 2014, quindi ha una preparazione politico amministrativa importante. Per quanto mi riguarda è, dunque, un nome spendibile. Anche nel mondo imprenditoriale ci sono dei nomi da mettere in campo e non capisco perché i vertici Fratelli d’Italia si sono fermati a quei tre che hanno criticità evidenti”, conclude Febbo.