L’Aquila. La notizia, diffusasi ieri pomeriggio, del possibile slittamento delle elezioni regionali dal 10 febbraio a maggio, ha subito provocato numerose reazioni nel mondo della politica abruzzese. Se qualcuno è favorevole a tale spostamento, sono in molti, e da molti schieramenti politici, a non essere d’accordo su questa eventualità. Abruzzolive ha raccolto in esclusiva alcune dichiarazioni:
Gianluca Ranieri (M5S): “Rinvio elezioni non è plausibile. Si poteva decidere prima di andare all’election day e non lo si è deciso, a questa regione va dato al più presto un governo. E’ evidente che qualcuno è indietro e in affanno e, quindi, fa comodo andare al voto a maggio. Siamo senza un governo da marzo 2018, andare al voto a maggio 2019 vorrebbe dire avere l’Abruzzo scoperto per più di un anno, con tutti i problemi che questo comporta, compresa l’impossibilità di amministrare al di fuori della straordinaria urgenza. Non si può tenere una regione paralizzata per tutto questo tempo. Saremmo dovuti andare alle elezioni prima di febbraio, già a novembre se non prima ancora. Non si può più attendere”.
Emilio Iampieri (Forza Italia): “Credo che non ci sarà, è un auspicio il mio. Lo scorso anno abbiamo votato per le politiche più o meno lo stesso periodo. Il problema è che noi oggi abbiamo un consiglio sciolto e possiamo legiferare solo per questioni inderogabili e urgenti. Si deve andare al voto il prima possibile per dare un governo alla regione abruzzo. Oggi c’è solo un organismo con competenze limitate, quindi c’è bisogno di un governo al pieno delle sue funzioni.
Mauro Febbo (Forza Italia): “Tutto ciò è una bufala. Il rinvio non è possibile poiché già è stata determinata la data. Siccome il consiglio regionale è un’assemblea che legifera, questa non può essere cambiata. Può piacere oppure no ma è così. Personalmente avevo già detto che era sbagliata e che si sarebbe dovuto votare entro il 2 dicembre, al massimo. Ora non si può fare più nulla. Coloro i quali mettono pressione devono imparare a leggere le leggi che, evidentemente, non conoscono. Sarà perché sono fuori dal consiglio regionale e quindi hanno l’obbligo della raccolta delle firme cui non riescono ad adempiere. Quindi è un interesse personale o partitico”.
Fabrizio Di Stefano (Civiche per l’Abruzzo): “Quello di uno slittamento mi sembra un disegno perverso voluto da qualcuno. Noi oggi dovremmo avere già un governo regionale qualora non avesse fatto quella sveltina di incartare le norme in un consiglio regionale che, nell’ultimo anno, ha lavorato pochissimo. E quello che ha fatto lo ha anche sbagliato, in alcune circostanze. Vedendo il precedente della Basilicata che ha avuto l’ok per lo slittamento, non escludo che ci possa essere questa sciagurata idea. Sono fortemente contrario. Andare oltre mi sembrerebbe la chiusura di un disegno, come detto, perverso. Già la scelta di febbraio ha creato notevoli problemi, figuriamoci andare oltre”.
Camillo D’Alessandro (Pd): “Credo che la regione abbia fissato i termini nel rispetto dello statuto e delle prerogative del presidente della regione. Tutto il resto è un dibattito che va dalla opportunità alla possibilità. Ciò che non deve accadere è che sia una parte politica a chiedere un’adeguata data ma che siano più forze politiche come sta emergendo, in modo che nessuno possa pensare che lo slittamento di una data sia in funzione di un disegno politico”.