L’Aquila. E’ deceduto ieri sera nella sua abitazione a Paganica, all’età di 81 anni, Angelo Emilio Palmerini. Dipendente comunale, alcuni anni nella Polizia municipale, nel 1962 era passato all’Anagrafe nel ruolo di Segretario, guidando con scrupolo e perizia gli uffici della Delegazione di Camarda. Vi è rimasto ininterrottamente per 34 anni, fin quando non è andato in pensione a metà degli anni ‘90. Apprezzato e stimato da tutti, a Camarda, Assergi e Filetto lo ricordano con affetto e ammirazione per la proverbiale memoria anagrafica e per la passione con la quale ha condotto il suo ufficio, sempre disponibile e gentile con tutti, in particolare con chi tornava dall’estero a ricercare le proprie radici e le origini familiari. Il funerale si terrà a Paganica mercoledì 28 alle ore 15, nella Chiesa degli Angeli Custodi. Angelo Emilio lascia la moglie Maria, i figli Maria Rita, Annalisa, Massimo e Luciano, i fratelli Lucia Ugo e Mario, e una schiera di 8 nipoti.
Appassionato di montagna e gran camminatore, Emilio conosceva palmo a palmo il Gran Sasso, verso il quale nutriva un rispetto quasi sacrale. Ma la sua più grande passione era lavorare il ferro battuto, nella bottega paterna vicino la Chiesa del Castello, dov’era anche la casa natale. Come la gran parte dei Palmerini di Paganica delle generazioni che ci hanno preceduti, in due secoli e mezzo la stirpe ha dato grandi Maestri del ferro, fabbri provetti, ferrai e maniscalchi, perciò soprannominati “ferrari”. Come appunto il padre di Emilio, Andreuccio, da cui egli aveva appreso l’antica arte di forgiare il ferro e l’acciaio, di modellarli con incudine e martello. Tale, infatti, era stata l’arte per molti Palmerini, a cominciare dal capostipite Francesco Palmerini, stabilitosi a Paganica a metà del Settecento, ma i cui antenati erano giunti da Todi all’Aquila anni prima, come altre maestranze venute in città per la ricostruzione dopo il devastante terremoto del 2 febbraio 1703.
Quarto di sei figli di Andrea e Filomena, Angelo Emilio Palmerini lascia un’impronta di forte carattere e coerenza di vita. Come d’altronde i suoi fratelli maggiori già passati alla vita eterna: Giuseppe, classe 1932, scomparso nel 2015 a Desenzano del Garda, dove da molti anni viveva dopo una vita di elevata professionalità passata negli aeroporti militari, e Padre Umberto passionista, morto ottantunenne quattro anni fa a San Gabriele, dove era stato Rettore del Santuario per poi andare a Roma, nella Casa generalizia dei Padri Passionisti, dove per quasi vent’anni fu Segretario Generale della Congregazione, sovrintendendo ai rapporti con le missioni passioniste nel mondo. Con la scomparsa di Emilio figli e nipoti ereditano il lascito morale di una vita esemplare, in campo civile e in quello spirituale, come credente attento e servizievole verso il prossimo.