Pescara. Fabrizio Di Stefano ha presentato oggi a Pescara “Quattro appuntamenti per parlare di programmi”, ovvero una serie di incontri con i cittadini per trattare di Ricostruzione al palo, giovani e futuro e un doppio appuntamento dedicato alla Sanità.
“Abbiamo messo un campo un progetto politico per dare risposte all’Abruzzo, e oggi presentiamo, nell’ambito di Progetto Abruzzo 2019-2024, questa iniziativa che andiamo a declinare secondo i territori e le varie problematicità. Così abbiamo indetto questi quattro convegni, con il primo che si terrà sabato 24 novembre a Navelli (L’Aquila) per parlare di un tema caldo per quel territorio: le Ricostruzioni, perché in Abruzzo abbiamo due Ricostruzioni, quella del 2009 dell’Aquila praticamente ferma e quella del terremoto 2016 che non è mai partita, e per questo illustreremo le nostre idee per come deve svilupparsi una azione di governo regionale forte per mette in moto le Ricostruzioni”.
“Mercoledì 28 – prosegue Di Stefano – poi incontreremo nell’ambito di Futuro Italia il mondo giovanile e lo faremo con la collaborazione della Rivista Giovani a Destra, che partita dall’Abruzzo ha assunto,una rilevanza nazionale. Parleremo del grosso problema del flusso di giovani che lasciamo l’Abruzzo per andare a trovare lavoro fuori. Per questo parleremo cosa dovrà fare un governo regionale per creare le condizioni perché questo avvenga. Infine chiuderemo con il tema caldo della Regione: la Sanità, e lo faremo con due convegni il 30 novembre e il 1 dicembre per parlare di due aspetti importanti e di quella che è la nostra idea di un Piano Sanitario 2019-2024”.
“Parleremo di rete ospedaliera – ha spiegato Fabrizio Di Stefano – e di medicina territoriale. Noi crediamo che oggi i numeri documentino il fallimento di questo governo regionale sulla Sanità e il fallimento di un metodo che è quello di tagliare i servizi per ridurre i costi. Qui si è fatto un taglio di servizi e paradossalmente i costi sono aumentati
visto che siamo in clima commissariale. Noi riteniamo invece che migliorare i servizi territoriali e
capillarizzare l’offerta sanitaria sul territorio significa anche ridurre l’afflusso nei grandi ospedali e quindi
abbassare la spesa sanitaria”.