Chieti. In base alla ricostruzione contenuta nell’ordinanza di custodia cautelare si è appreso che la vittima si trovava sulla spiaggia in topless e stava facendo meditazione yoga quando, come lei ha riferito, il giovane somalo dopo un primo approccio le è saltato addosso. L’arresto però sarebbe stato eseguito in mancanza della flagranza: i due militari intervenuti, e con loro un poliziotto fuori servizio, nell’avvicinarsi avrebbero notato due persone completamente nude, ma nessuna colluttazione, né altro segno di violenza.
Il 20enne e la pensionata, sempre secondo la ricostruzione che emerge dagli atti, dapprima seduti si erano alzati
ed erano entrati in acqua, poi erano tornati sul bagnasciuga e, una volta visti, avevano indossato i soli indumenti
i intimi. Ma per il Gip manca anche la quasi flagranza poiché fra l’altro, il somalo, che pure aveva provato ad
allontanarsi, ad una semplice richiesta si è subito fermato e si è fatto identificare e ciò fa escludere che vi sia stato
un qualsiasi inseguimento.
Nell’ordinanza si delinea un profilo indiziario che viene definito ricco di elementi di problematicità che richiedono approfondimenti in sede investigativa anche per consentire che l’accusa tenga durante il dibattimento. Per il giudice esiste un intenso pericolo di reiterazione del reato da parte del giovane, che si ricava sia dalla sua condotta che dal suo profilo personale, ma c’è anche il pericolo di fuga, visto il suo status attuale.
E il carcere è l’unica misura ritenuta utile, sia per la gravità del reato sia per le sue condizioni che richiedono una immediata valutazione psichiatrica: ieri in sede di interrogatorio di convalida, dove si è avvalso della facoltà di non rispondere, il 20enne somalo avrebbe mostrato disturbi psichici, che hanno richiesto l’intervento di uno specialista.