Teramo. Voleva screditarla agli occhi di tutti. E così, per tre mesi ha proiettato ogni sera, sul muro esterno della propria abitazione, scritte ingiuriose nei confronti di una sua ex dipendente associando, sullo sfondo, la foto della donna. Il giudice di Teramo Antonio Converti lo ha condannato a 600 euro di ammenda e al risarcimento danni, da quantificarsi in separata sede, per diffamazione aggravata.
I fatti contestati risalgono a un periodo tra fine 2014 e inizi 2015 quando, secondo l’accusa, l’imprenditore avrebbe quotidianamente offeso la reputazione della donna, accusandola anche di aver giurato il falso in relazione all’esito di un precedente processo al quale era stato sottoposto a seguito della denuncia di lei.
Nel 2013 era stato condannato a due anni per molestie, ingiurie, minacce e violenza sessuale; in appello, a fine 2014, la pena era stata ridotta a un anno per tentata violenza sessuale, ingiurie e minacce, con l’assoluzione dal reato di violenza sessuale, mentre per le molestie era intervenuta la prescrizione.