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Nasce a Guardiagrele Maja, il primo centro antiviolenza realizzato al contrasto dei maltrattamenti di ogni genere

Giulia Antenucci di Giulia Antenucci
6 Novembre 2018
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Guardiagrele. Verrà presentato venerdì, presso l’Aula Magna della scuola secondaria di secondo grado dell’Istituto Omnicomprensivo di Guardiagrele, in Via Grele, il neo nato “Centro Antiviolenza Maja” di Guardiagrele, realizzato grazie ad un bando del Dipartimento per la Salute ed il Welfare – Servizio Politiche per il Benessere Sociale della Regione Abruzzo, finanziato dalla Legge Regionale 20.10.2006, n.31 “Disposizioni per la promozione e il sostegno dei centri antiviolenza e delle case di accoglienza per le donne maltrattate”, in collaborazione con il centro Alpha di Chieti.

Avviare un centro antiviolenza non è cosa semplice, non bastano i finanziamenti, comunque indispensabili, ma ha bisogno di essere costruito intorno alla donna e ai bisogni che quest’ultima potrebbe avere in caso di necessità, in quanto il fenomeno ha assunto connotazioni diverse che richiedono interventi sempre più complessi. Diventa fondamentale instaurare una rete solida tra tutti gli Enti territoriali collegati al contrasto alla violenza di genere, ed è proprio per questo che alla iniziativa prenderanno parte l’assessore regionale Marinella Sclocco, il prefetto Antonio Corona, il procuratore della Repubblica Francesco Testa, il questore Ruggiero Borzacchiello, il comandante provinciale dei carabinieri Florimondo Forleo e la direttrice del presidio territoriale di assistenza di Guardiagrele Lucilla Gagliardi. Inoltre sono stati invitati dei centri antiviolenza dei territorio limitrofi e cooperative che gestiscono case rifugio.  La dirigente dell’omnicomprensivo Alba Del Rosario, fin da subito ha sposato la causa in quanto “il ruolo della scuola è da sempre fondamentale. Proprio la scuola deve essere il principale veicolo di questo tipo di iniziative, perché la sensibilizzazione maggiore va fatta proprio sui giovani che devono essere messi al corrente dell’esistenza di queste problematiche, devono saperle riconoscere ed essere consapevoli dell’entità del fenomeno, che non va assolutamente sottovalutato”, ha raccontato la dirigente.

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“In occasione dell’approvazione del nuovo Piano Sociale”, dichiara l’assessore Zulli, “lavoro iniziato grazie alla riorganizzazione degli ambiti scrupolosamente seguita dalla Assessora Regionale Marinella Sclocco, è emerso un contesto territoriale caratterizzato da una crescita generale dei fattori di rischio legati ad una maggiore vulnerabilità degli individui, famiglie e comunità. Il tessuto sociale evidenzia la presenza di nuove fragilità che coinvolgono anche le relazioni coniugali e comunque la relazione tra uomo e donna. Dati particolarmente allarmati sono risultati dall’ultimo Piano Sociale Regionale 2016-2018 che evidenziano quanto in Abruzzo, il fenomeno della violenza di genere sia in costante emersione. Secondo le recenti indagini ISTAT, le donne vittime di violenza fisica e sessuale sono circa 1 su 3, due punti sopra la media nazionale. Inoltre aumentano anche i reati di stalking e le separazioni familiari”.

“Gli amministratori non possono rimanere indifferenti a tutto questo e il Centro Antiviolenza Maja nasce proprio per contribuire a dare delle risposte a questi dati preoccupanti”, continua l’assessore. “Maja ha infatti come obiettivo quello di affiancare la donna vittima di qualsiasi tipo di violenza, psicologica, sessuale ed economica in un percorso che la porti innanzitutto a prendere consapevolezza di quello che le sta accadendo e poi a riprendere in mano la propria vita e recuperare la propria energia per utilizzarla in un nuovo progetto di vita. Le donne che subiscono violenza hanno maggiori difficoltà nel ricostruire il proprio percorso di vita che spesso passa attraverso nuove relazioni, indipendenza economica, autonomia. Ciò implica un percorso faticoso di riconoscimento di sé, di consapevolezza che si acquisisce soprattutto nel rapporto con il lavoro. Maja per questo può essere un punto di riferimento per tutto il territorio circostante”, conclude Zulli, “proprio per questo sono inviati tutti gli Amministratori dei comuni limitrofi dell’Ambito Sociale Marrucino e non solo, le assistenti sociali che operano sul territorio, che più di tutte conoscono le fragilità del territorio”.

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