L’Aquila. In attesa del voto di fiducia del neo premier Matteo Renzi alla Camera sono in molti a preparare la lista delle priorità per il nuovo Governo. L’elenco dell’Abruzzo è piuttosto ampio e pieno di grattacapi che il presidente e la sua squadra dovranno risolvere. Il primo nodo, e sicuramente quello più duro, è la ricostruzione. Da cinque anni L’Aquila, capoluogo di Regione, lotta tra burocrazia e lungaggini varie per ritirare su la città partendo dalle fondamenta. Quello che serve è un’azione forte da parte del Governo per dare una spinta a questo processo che rischia di diventare sempre più lungo. Nella lunga lista preparata dagli abruzzesi c’è la riforma della giustizia. In base a quanto previsto dalle ultime proroghe nel 2018 dovrebbero chiudere i battenti il tribunale di Avezzano, Lanciano, Sulmona e Vasto per essere poi accorpati ad altri palazzi di giustizia. I rappresentanti istituzionali locali si stanno opponendo con forza a questa decisione documentando le loro tesi con numeri e dati che testimonierebbero la mole di lavoro e di conseguenza la loro giustificata presenza sul territorio. Renzi tra le sue prerogative ha inserito anche la giustizia ed è certo che il futuro dei tribunali minori sarà uno dei temi da affrontare. Il mondo del lavoro, i nuclei industriali che muoiono e l’export che cala sono altri nodi che gli abruzzesi chiedono di sciogliere. Serve sicuramente uno snellimento degli iter burocratici e degli incentivi per fare in modo che le aziende non abbandonino i territori abruzzesi e che altre possano arrivare a investire. Non ultimo poi l’ambiente. La presidenza del parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise sembra essere ormai nelle mani di Antonio Carrara, ma la partita potrebbe essere ancora aperta. Inoltre c’è il problema delle energie rinnovabili che cozzano con la tutela ambientale, Ombrina mare e gli elettrodotti. Renzi saprà dare il suo contributo per aiutare gli abruzzesi a superare questi ostacoli?