Pescara. «Le imprese turistiche e ricettive d’Abruzzo stanno vivendo giorni di angoscia ben oltre la contingenza della crisi economica. Le richieste di autorizzazioni di trivellazioni che continuano ad essere depositate sono la più grave minaccia sul futuro di migliaia di imprese e post di lavoro faticosamente creati e molto più faticosamente mantenuti». Lo afferma Enzo Giammarino, direttore regionale di Confesercenti, in merito alle richieste di trivellazioni al largo di diversi Comuni abruzzesi. «E’ chiaro che la mobilitazione degli abruzzesi, che hanno dimostrato in ogni occasione di preferire lo sviluppo del turismo ad una petrolizzazione fuori tempo massimo, non è sufficiente – continua Giammarino – sia per le scelte compiute da altre Regioni, sia per la tendenza assunta dalla Croazia che sta concedendo autorizzazioni con estrema frequenza. Per questo abbiamo deciso di scrivere al presidente della Regione Luciano D’Alfonso ed ai parlamentari europei della circoscrizione Mezzogiorno, affinché ci sia una mobilitazione istituzionale ben oltre i livelli locali: c’è bisogno da un lato di un’azione congiunta dell’Abruzzo con le Marche ed il Molise, dall’altro di un intervento forte dell’Unione europea affinché non ci siano fughe in avanti di Paesi come la Croazia che, con una legislazione “debole”, rischiano di mettere in discussione l’intero ecosistema dell’Adriatico. Se il turismo è davvero una scelta economica strutturale – conclude il direttore di Confesercenti – nessuno può permettersi di sottovalutare questi enormi rischi che ci sono sulle nostre imprese e sull’intera economia adriatica». Il turismo non è solo un’economia potenziale, ma è già una forte economia reale. Nel secondo trimestre del 2014 risultavano attive infatti 9.507 imprese operanti nel settore, con 1.151 hotel e strutture ricettive e 8.356 aziende legate al food. Un panorama che dà occupazione a 17.112 addetti fra titolari e dipendenti, senza dubbio una delle voci più consistenti dell’economia regionale. «C’è bisogno urgente – dice Giammarino – che l’Abruzzo metta un punto fermo sul proprio futuro, e investa con energia sul turismo sostenibile, di qualità, archiviando la stagione dei soli vincoli ma investendo sul felice connubio fra tutela del patrimonio paesaggistico, agroalimentare di qualità, impresa turistica diffusa. La scelta del Parco nazionale della Costa dei trabocchi è un primo passo che, assieme al Parco del Cerrano ed alla Via verde, potrà dare all’Abruzzo quel futuro energico che le trivelle mettono invece seriamente in discussione. La Macroregione Adriatico-Ionica, d’altronde, ha scelto quattro pilastri sui quali basare la propria strategia: la “blue-economy”, la mobilità, la qualità ambientale, il turismo. E se vogliamo davvero stare al suo interno, dobbiamo compiere scelte decise».