L’Aquila. Appena svelata la data delle elezioni regionali, una delle prime reazioni da parte della coalizione di centrodestra fu quella di mantere la calma perché il tempo a disposizione per scegliere il candidato era comunque cospicuo.
Siamo a fine ottobre, il nome del candidato presidente non c’è e l’affiatamento tra i tre partiti è, ormai, bello che andato. Prima Bellachioma da una parte (Lega) poi Pagano dall’altra (Forza Italia) hanno alzato la voce dichiarando che la pazienza ha superato ogni limite e che, dunque, l’attesa finisce qua.
Gli sforzi di far sembrare tutto ok lasciamo ormai il tempo che trovano. Esattamente come le dispute personali sembrano tutt’altro che messe da parte. È una cords alla poltrona più importante d’Abruzzo e, quindi, c’è poco da stupirsi se ognuno vuole recitare la parte da protagonista.
Ciò che, invece, in pochi riescono a farsi scivolare addosso è che, al netto delle valutazioni personali e delle strategie regionali, nella coalizione di centrodestra decide sempre e solo una sponda: quella di Roma, che tesse i fili e li muove a proprio piacimento. Anche in Abruzzo, si.