A giudizio delle associazioni molti passaggi della relazione sono quasi incredibili, come, a mero titolo di esempio, quello sulle verifiche della stabilità degli impalcati, non meno importanti di quelle relative alle pile. Il concessionario avrebbe addirittura presentato i risultati non per singoli viadotti ma “a gruppi” in disaccordo con basilari norme tecniche.
Sostanzialmente, secondo il dirigente ministeriale, i risultati forniti dal concessionario sarebbero di fatto inattendibili, visto che i calcoli degli indici di sicurezza partono da assunzioni prive di riscontri tecnici adeguati ed oggettivi, come la misurazione del livello di degrado di ferri e calcestruzzo. Quindi i valori degli indici, già molto bassi per molti viadotti e impalcati e molto vicini alla soglia di 1 secondo lo stesso gestore (e in tre impalcati sotto a 1) potrebbero variare cambiando appunto i valori dei parametri introdotti al momento del calcolo. Di conseguenza l’ispettore da un lato evidenzia che servono ulteriori approfondimenti e dall’altro propone alcune misure cautelative sulla circolazione in attesa di altri dati.
“Ieri in sede di commissione del Consiglio Regionale, a seguito dell’invito pervenutoci dal Presidente Pietrucci che ringraziamo, dopo aver illustrato con una presentazione power point numerosi elementi di criticità, anche sulla partita economica, che abbiamo rilevato nella documentazione finora disponibile – dalle sentenze dei TAR ai pochi documenti ottenuti con gli accessi agli atti – abbiamo potuto ribadire quella che ora appare una necessità e una priorità: svolgere una verifica tecnica generale dalla A alla Z, comprensiva delle prove sui materiali, affidandola ad un organo pubblico come il CNR o le strutture del Genio civile delle due regioni, anche in contraddittorio con il concessionario. In questo modo si avrebbe il quadro completo e definitivo della situazione. Infine riteniamo importante la completa divulgazione per il pubblico di tutta la documentazione, dalle rendicontazioni agli elaborati tecnici fino ad arrivare agli atti per il rinnovo del Piano Economico Finanziario e i relativi investimenti, che il Ministero delle Infrastrutture ha relativamente a queste importanti infrastrutture” concludono le associazioni.