Chieti. Uno sciopero di 24 ore per la giornata del 15 ottobre con assemblea davanti ai cancelli della ‘Ball’ a San Martino sulla Marrucina è stata proclamata dalle segreterie provinciali di Chieti della Fiom Cgil e Fim Cisl contro la decisione dell’azienda, che produce lattine per bevande, di avviare la procedura di riduzione di personale per tutti i 70 dipendenti attraverso una Pec inviata alle organizzazioni sindacali, e di chiudere lo stabilimento nato nel lontano 1981. Una decisione che mette a rischio anche il posto di altre 15 persone occupate nei servizi. Durissima la reazione delle organizzazioni sindacali secondo le quali ”non esiste una modalità più barbara e irrispettosa di quella utilizzata dalla Ball Srl nei confronti delle proprie maestranze dello stabilimento di San Martino sulla Marrucina”. E che definiscono ”un film già visto in Honeywell quello che oggi viene riproposto a San Martino sulla Marruccina dalla Ball, addirittura forse con un livello più basso”. E lanciano un accorato appello alle istituzioni, chiedendo il massimo sforzo di tutti ”per evitare che l’ennesima multinazionale in salute lasci questo territorio dopo averlo sfruttato, semplicemente alla ricerca di una tasca più piena”. ”Negli ultimi mesi questa azienda ha avuto strani atteggiamenti, quasi sempre provocatori utilizzando diverse modalità privilegiando spesso quella del silenzio”, denunciano i sindacati. Nei fatti non hanno mai voluto risponderci sul futuro dello stabilimento nemmeno a fronte di un rinnovo della contrattazione di secondo livello senza pretese di aumenti da parte dei lavoratori che chiedevano esclusivamente investimenti e tranquillità, hanno dato più volte la sensazione di essere alla ricerca dello scontro stimolandoci a scioperare: molto probabilmente erano alla ricerca premeditata di un elemento scatenante che potesse giustificare le loro future azioni e per poter così attribuire le responsabilità ai loro impiegati. Le lavoratrici e i lavoratori sono stati bravi a resistere, l’azienda è stata costretta a palesarsi nella forma più violenta e schifosa possibile sotto la propria responsabilità, mancando di rispetto alle maestranze con questa chiara volontà di delocalizzare l’azienda in maniera del tutto ingiustificata sia sotto il profilo produttivo che economico, lo
stabilimento in oggetto ha addirittura un costo fisso più basso di altri. La Ball ci spiegherà al tavolo le proprie
motivazioni e noi gli spiegheremo e anticipiamo che venderemo molto cara la pelle con tutti gli strumenti che
abbiamo a disposizione e tutti quelli che riusciremo ad inventarci” concludono Fiom Cgil e Fim Cisl. “Questi
licenziamenti devono essere ritirati, la chiusura dello stabilimento determinerà anche la fine di una piccola
comunità come quella di San Martino sulla Marrucina nonché del territorio circostante privo di altre fonti di
reddito”.