Pescara. Ha illustrato i contenuti della propria relazione tecnica, il consulente dell’accusa, Fausto La Sorda, comparso questa mattina, davanti al tribunale monocratico di Pescara, nell’ambito del processo a carico di tre medici, accusati di omicidio colposo, per la morte di Elvira Ferri, la donna di 57 anni deceduta il 12 febbraio 2014, nel reparto di Medicina 2, al settimo piano dell’ospedale di Pescara, in circostanze che avevano destato diversi sospetti tra i familiari, inducendo anche la Asl di Pescara ad avviare un’indagine interna.
La Sorda ha confermato di avere riscontrato il malfunzionamento degli impianti di ossigenazione che, anche sulla base delle perizie effettuate dai consulenti del Gip, avrebbe causato il decesso della donna. Inoltre La Sorda ha spiegato che, “sulla base degli accertamenti esperiti, il contratto non prevedeva una manutenzione ordinaria, ma soltanto degli interventi a chiamata dopo il verificarsi di un guasto”. Gli imputati sono Giancarlo Traisci, in qualità di primario dirigente del reparto, in servizio il 12 febbraio 2014, con orario 13.15-17.25; Giancarlo Di Battista, in qualità di medico che prese in carico il caso della donna il 12 febbraio 2014, con turno 8-14; Antonio La Torre, in qualità di medico che prese in carico il caso della paziente l’11 febbraio del 2014 ed esaminò i primi due referti. Davanti al giudice Francesco Marino, questa mattina, sono comparse anche tre infermiere che coprirono, nel corso della giornata, i turni del 12 febbraio, fino alla mattina successiva. Tutte hanno evidenziato che la donna aveva dei problemi nell’indossare la maschera dell’ossigeno.
“Nel corso della notte mi ha chiamato più volte per essere accompagnata al bagno”, ha riferito l’infermiera che era di turno dalle 21 del 12 febbraio alle 7 del giorno successivo, “la mattina dopo sono andata nella sua stanza per effettuare dei prelievi, mi sono accorta che non respirava e ho chiamato subito il medico di guardia”. Sempre oggi sono stati ascoltati alcuni esponenti delle forze dell’ordine, che hanno ricostruito le varie fasi dell’indagine, e Claudio D’Amario, direttore generale pro tempore della Asl di Pescara fino al 2016, il quale è stato chiamato a riferire sugli aspetti organizzativi all’interno dei reparti e in particolare nel reparto di Medicina 2, dove la donna era ricoverata. L’udienza è stata aggiornata al 4 aprile.