L’Aquila. “Quando la cattiveria, il livore, l’odio e l’invidia superano quelle che possono essere legittime considerazioni e valutazioni di parte nell’ambito di un dibattito squisitamente politico si scade nello squallore e nel pettegolezzo proprio come hanno fatto numerosi esponenti del centro sinistra e dell’opposizione in Consiglio comunale. Hanno offerto uno spettacolo spregevole agli aquilani, soprattutto perché alimentato proprio da chi ha accettato, in maniera supina e silenziosa, la sistematica e costante opera di spoliazione operata nel corso degli anni ai danni di questa città”. E’ quanto dichiarano in una nota i capogruppo di maggioranza Silveri (Forza Italia), Ferella (Lega), De Matteis (Fratelli d’Italia), D’Angelo (Benvenuto Presente), Santangelo (L’Aquila Futura) e Daniele (Unione di Centro).
“Gli stessi che non hanno alzato un dito quando sono stati spostati importanti uffici a Pescara, o le sedi principali di importanti testate giornalistiche (Rai e Ansa) sono state delocalizzate nella città adriatica e, persino, quando è stata ridimensionata la sede Anas, i cui vertici operativi sono stati trasferiti dal capoluogo abruzzese in quello pugliese – proseguono i capogruppo – nessuno di loro ha osato dire una parola nel momento in cui i vertici della direzione delle Opere pubbliche della Regione è stata dirottata a Pescara e, neanche, di fronte all’umiliazione che L’Aquila ha subìto nel riparto delle risorse del masterplan, che ha destinato centinaia di milioni sulla costa e lasciato poco più che qualche briciola su questo territorio”.
Dichiarano ancora gli esponenti di maggioranza, “la possibilità di candidatura del Sindaco dell’Aquila a Presidente della Regione sarebbe stata funzionale a un progetto di riequilibrio dell’Abruzzo, che, dopo 40 anni, avrebbe riportato questa città e questa terra al centro del dibattito, valorizzando peculiarità e particolarità che la regione offre tanto nelle zone costiere tanto in quelle interne. Questa città sta soffrendo e stenta a riprendersi anche perché non ci sono interventi strutturali adeguati a sostenere il percorso di crescita e ricostruzione che si sta faticosamente e tenacemente portando avanti. Lo sviluppo, oltre che alla sua posizione, è legato a infrastrutture che la collegano al resto d’Italia. Potremo riconsegnare alla collettività i palazzi più belli del mondo, potremo fare opere ed iniziative di altissimo livello come la Perdonanza di quest’anno ma senza un radicale intervento sulle infrastrutture, questa città sarà sempre in affanno rispetto alle aree costiere. Tutto questo non è stato compreso, è prevalsa la logica del rancore, dell’accanimento e in, alcuni casi, persino della calunnia. Ci chiediamo se l’agognato salvatore della patria del centrosinistra, Giovanni Legnini, si preoccuperebbe di riequlibrare, ad esempio, il sistema sanitario con quello chietino-pescarese”.
“O la classe dirigente, tutta – concludono i capogruppo di maggioranza – comprende la necessità di compiere uno scatto in avanti, affrontando quali siano i reali problemi con cui occorre fare i conti per il futuro degli aquilani o saremo destinati a rimanere la città di Sant’Agnese”.