Pescara. Le procedure relative alle cancellazioni ipotecarie, di cui – secondo l’accusa – avrebbe illegittimamente beneficiato il sottosegretario uscente alla presidenza della Giunta regionale, Mario Mazzocca, e i pignoramenti, prima notificati e poi revocati, nei confronti del consigliere regionale di Forza Italia Lorenzo Sospiri. Sono gli argomenti sui quali, davanti al tribunale collegiale di Pescara (l’udienza è stata aggiornata al 21 gennaio del prossimo anno) sono stati ascoltati quattro testimoni citati dall’accusa nell’ambito del processo Soget, frutto dell’inchiesta sui presunti crediti inesigibili del Comune di Pescara, tra tasse, multe e affitti delle case popolari, che vede imputati, oltre a Mazzocca e Sospiri, anche il direttore generale e il responsabile del settore esecutivo della Soget, Gaetano Monaco e Domenico Ludovico, tutti accusati, a vario titolo, di abuso d’ufficio, falso e false attestazioni all’autorità.
La vicenda riguardante Sospiri risale al periodo 2013-2014 e ha per oggetto le procedure di pignoramento dei suoi compensi, relativi ad un primo credito di 2.473 euro e ad un secondo credito di 10.931 euro, per sanzioni al Codice della strada e tributi comunali non versati. Secondo l’accusa, Monaco e Ludovico avrebbero consentito “immotivate rateizzazioni del debito a Sospiri, in mancanza di istanza proveniente dall’ interessato”.
La ex dirigente regionale dei servizi finanziari e strumentali ha riferito che, all’epoca dei fatti, ricevettero “la notifica dell’atto pignoramento e della somma in sospeso, che acquisimmo accantonando le somme, in attesa di sapere se dovevano essere rateizzate o definitivamente accantonate. Successivamente – ha raccontato la testimone – è arrivata la dichiarazione di rinuncia all’atto di pignoramento”. Una circostanza confermata da un altro funzionario dello stesso servizio che, “come si faceva in questi casi”, avvertì “Sospiri, tramite il suo segretario, della notifica dell’atto di pignoramento”. Un dipendente dell’ufficio comunale, che si occupava della rateizzazione dei debiti per violazione del codice stradale, ha ricostruito le procedure seguite dal suo ufficio, affermando che “al massimo potevano essere concesse 72 rate”.
L’altro filone dell’inchiesta chiama in causa Mazzocca, che aveva un debito di 22.300 euro nei confronti dell’Aca. Monaco, secondo l’accusa, avrebbe disposto, nel 2014, per “mere ragioni di favoritismo”, la cancellazione dell’ipoteca iscritta su un immobile di Caramanico Terme (Pescara), con la motivazione di “definizione del debito”. Al riguardo è stato ascoltato il conservatore dei registri immobiliari, che ha descritto la procedura seguita per le
cancellazioni ipotecarie.